Sevel, quattro operai assenteisti patteggiano otto mesi ad Atessa

Dovevano assistere i familiari ma uno coltivava terra e l’altro allenava calciatori. A processo altri due colleghi: erano a ballare e a servire in una caffetteria

LANCIANO. Truffa aggravata ai danni dello Stato e della Sevel. Sono finiti davanti al giudice per le udienze preliminari, Marina Valente, con questa accusa altri 4 ex dipendenti della Sevel che avrebbero abusato delle ore di permesso relative alla legge 104 per l’assistenza di familiari disabili o malati gravi.

Per l’accusa, sostenuta dal sostituto procuratore Rosaria Vecchi, non avrebbero usato le ore solo per assistere i propri familiari ma anche per andare a ballare, o per allenare una squadra di calcio, per lavorare in campagna o in un bar. Dopo la prima condanna il 23 ottobre scorso del primo dei dipendenti Sevel licenziati nel 2010 ad un anno di reclusione, 309 euro di multa, risarcimento danni alla Sevel da quantificarsi in separata sede e pagamento spese legali, pena sospesa, ieri sono arrivati due patteggiamenti e due rinvii a giudizio per altri 4 ex operai accusati di truffa aggravata ai danni dello Stato- l’Inps - e della Sevel per fatti relativi al 2012.

Hanno patteggiato la pena di 8 mesi di reclusione e 400 euro di multa, A.T., 58 anni, di Ortona, e G.S. 44 anni, di Guardiagrele. Il primo, ex operaio del reparto verniciatura che aveva la 104 per assistere la madre colpita da un grave handicap, nel mese di settembre 2012 fu sorpreso dagli investigatori della fabbrica dei Ducato intento a lavorare in campagna anziché assistere la madre. G.S., di Guardiagrele, del reparto logistica fu sorpreso nei mesi di settembre e ottobre 2012 ad allenare una squadra di calcio invece di assistere figlia e madre.

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Sono invece stati rinviati a giudizio col processo fissato al 9 giugno 2015 E.A., 54 anni, di Santa Maria Imbaro, che invece di assistere la madre disabile, nell’agosto 2012, sarebbe andato a ballare in un locale di Lanciano, e M.I., 38 anni, di termoli, in servizio al montaggio, che sarebbe stato sorpreso, dal 23 al 27 gennaio 2012, a fare il barista in una caffetteria, di cui era socio al 50%, durante una malattia.

Continuano quindi anche a seguire la via penale, per il reato di truffa, le vicende legate agli abusi dei permessi per la legge 104 in Sevel dopo che per mesi sono stati gestiti dal tribunale del lavoro, per via dei licenziamenti seguiti alla scoperta degli abusi dei permessi. Richiesta di verifiche per eventuali reati penali da parte della Procura, avanzate dalla stessa fabbrica sangrina, rappresentata in aula dai legali Antonio Codagnone, del foto di Lanciano, e Giovannandrea Anfora, del foro di Torino, che, attraverso propri investigatori aveva scoperto, e anche fotografato, i propri dipendenti fedifraghi.

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