Smarriscono il sentiero In tre salvati sulla Maiella

Fara San Martino, escursionisti bloccati durante l’ascesa a Monte Tarì La zona impervia li ha costretti a chiedere l’intervento dei Soccorso alpino

FARA SAN MARTINO. Avevano smarrito il sentiero e, ormai all’imbrunire, non riuscivano più a procedere. Così, lunedì sera, tre giovani escursionisti pescaresi si sono persi sulla Maiella, dove li ha rintracciati e recuperati il Soccorso alpino e speleologico del Cai.

I tre, L.P., M.M. e A.D.B., di età compresa fra 29 e 32 anni, avevano iniziato l’escursione nella mattina, diretti verso una tra le cime più alte della Maiella, il Monte Tarì (1.460 metri sul livello del mare), da dove si può ammirare il panorama mozzafiato sottostante. Ma nel salire verso la cima, qualcosa non è andato per il verso giunto.

Ormai al calare del sole, i giovani si sono ritrovati stretti tra continui salti di roccia e una fitta vegetazione di ginepri, incapaci di procedere verso la cima o di ridiscendere da dove erano venuti.

Così i tre hanno preferito fermarsi e, muniti di cellulare, allertare il servizio di emergenza sanutaria 118 che poi, intorno alle 19, ha girato la richiesta di intervento al Cnsas (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico).

Il tempo di organizzare la squadra e la macchina dei soccorsi si è messa in moto, a piedi, poiché non c’era altro modo di raggiungere gli escursionisti. Grazie alle coordinate fornite dai ragazzi attraverso il Gps, la squadra del Cnsas ha individuato i tre in prossimità della cima Tarì.

Oltre alla presenza di salti di roccia, la vegetazione di ginepri, fitti e spinosi, ha reso le operazioni di recupero più lunghe del previsto.

Gli escursionisti pescaresi non erano lungo il sentiero, di cui avevano smarrito le tracce, ed erano pieni di graffi ed escoriazioni, probabilmente per essersi fatti largo attraverso la fitta vegetazione.

I soccorritori li hanno trovati spossati e assetati, poiché erano trascorse molte ore dalla partenza e le provviste erano terminate, ma in buone condizioni. Erano tuttavia equipaggiati a sufficienza se avessero dovuto trascorrere la notte all’addiaccio.

Riforniti di acqua, i tre sono stati accompagnati dai tecnici del Cnsas alla base della montagna, camminando sulle proprie gambe. Una volta giù non hanno avuto bisogno di particolari medicazioni, ma hanno ripreso le auto e sono tornati a Pescara. (s.so.)

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