Crisi idrica nelle contrade a nord della città. I residenti: tante concessioni edili senza nuovi sottoservizi

Spazzatura e acqua, due emergenze

Pattume in strada, ma il Comune spera nell'accordo con il Civeta di Vasto

ORTONA. Blocco della raccolta differenziata per la chiusura di una discarica e crisi idrica nella zona Nord di Ortona che dura da oltre 20 giorni. Sono queste le due emergenze che l'amministrazione comunale si trova a fronteggiare in questo periodo e alle quali dovrà porre delle soluzioni al più presto, anche in vista dell'apertura della stagione balneare con tanto di Bandiera Blu.

L'amministrazione della giunta Fratino però è ottimista. ieri il Comune ha comunicato che si è quasi risolto il problema del conferimento di una parte di spazzatura dopo lo stop avuto con la chiusura temporanea dell'impianto di compostaggio Sogesa di Notaresco, in provincia di Teramo. E infatti, si è avviato l'iter tecnico-procedurale che permetterà tra alcuni giorni al Consorzio intercomunale del Vastese «Civeta» di riaprire i battenti e di accogliere i rifiuti organici di Ortona, ma anche di altri Comuni limitrofi che hanno adottato il «porta a porta». 

Secondo le previsioni fatte in Comune, l'impianto riceverà tutte le autorizzazioni a stretto giro e probabilmente il primo conferimento utile di immondizia biodegradabile sarà effettuato sabato mattina, dopo la raccolta notturna dell'ultimo giorno della settimana. L'emergenza rifiuti è iniziata il 18 maggio scorso e secondo le prime stime, in questo mese, si è registrata già una perdita del 6-7% circa di raccolta differenziata sul dato complessivo perché l'organico conferito al Consorzio servizi ecologici del Frentano di Lanciano è stato considerato indifferenziato.

Se una emergenza si avvia alla conclusione, risulta invece grave la situazione idrica che ha messo in ginocchio le contrade: Feudo, Lazzaretto, Savini, creando ai residenti non pochi problemi di approvvigionamento. Il problema è che queste frazioni sono servite da una rete idrica che ormai non è più in grado di soddisfare le esigenze di una popolazione aumentata notevolmente negli ultimi anni a seguito della creazione di importanti agglomerati urbani in alcuni punti della zona.

Sono state date tante licenze ma non si pensato a fare i sottoservizi. «La Sasi, gestore del servizio idrico», racconta Domenico Cauti, un residente a contrada Feudo, «ci ha comunicato che non è responsabile di quanto sta accadendo, è il Comune che, negli ultimi anni, non ha provveduto a potenziare i servizi».  «Il risultato è che abbiamo l'acqua con il contagocce durante la giornata», continua Cauti, «un poco la mattina e un poco il pomeriggio, ma quasi mai la sera, con grandi disagi per chi torna stanco da lavoro e desidera farsi una doccia.

L'acqua scarseggia soprattutto da metà contrada in su, interessando, principalmente, numerose abitazioni. Cerchiamo di arrangiarci alla meno peggio con le autoclavi e quant'altro, ma non tutti possono permettersi questi sistemi».  La popolazione, esasperata da una situazione che si ripete puntualmente a primavera e in estate. Per ironia della sorte la zona del Feudo e ricca di acqua, tanto che le aree collinari tra i fiumi Arielli e Foro sono a rischio smottamento.

In città, invece, da oltre dieci giorni, c'è una perdita a un pozzetto di via Sofia (nei pressi del convento delle Suore) e l'acqua scorre interrottamente lungo la strada.  I residenti dicono di aver fatto la segnalazione alla Sasi e ai vigili urbani, ma senza ottenere finora nessun intervento. Così l'acqua da una parte non arriva e dall'altra si disperde. Numerose le lamentele per lo sperpero delle risorse idriche e per gli inutili costi che ricadono sui cittadini.

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