«Spero che L’Aquila ti cada ancora addosso»

Le minacce del presunto capo della gang a chi non pagava. Il Gip: ha ingiuriato anche la polizia

LANCIANO. La personalità forte e controversa di Maurizio Aramino, considerato il capo dell’organizzazione smantellata, è quella che spicca nell’operazione condotta dalla Procura di Lanciano e dalla polizia postale di Pescara e Chieti.

All’uomo, già condannato o imputato in svariati processi per truffa, è stato contestato anche il reato di violenza o minaccia. Come si legge nell’ordinanza a firma del Gip, Massimo Canosa, Aramino ha «ingiuriato, diffamato, minacciato tramite web» le forze dell’ordine, in particolare un appartenente alla polizia di Stato al quale ha cercato anche di addossare la responsabilità di una truffa tramite un account aperto a suo nome.

Di Aramino l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, sottolinea, poi, «il totale disprezzo e la noncuranza per i provvedimenti dell’autorità giudiziaria emessi nei suoi confronti (le numerose sentenze di condanna, ma anche l’avviso orale del questore di Chieti, ndc), provvedimenti che cerca di eludere e in qualche modo aggirare anche simulando attività economiche volte a far credere ad un possibile ravvedimento dell’indagato».

Di fatto Aramino è nullafacente, ma in una conversazione telefonica intercettata allude alla creazione artificiosa di una carrozzeria, per far credere che avesse un lavoro dal quale trarre risorse economiche lecite.

Contro le forze dell’ordine Aramino apre più di un profilo Facebook, con il logo della polizia postale e dove denigra l’allora capo della polizia, Antonio Manganelli, scomparso recentemente, oppure inneggia alle stragi di mafia e ai mafiosi. Denunciato in seguito alla creazione di questi profili e la sua abitazione perquisita, il nuovo obiettivo diventa il dirigente della Polpost di Pescara, Pasquale Sorgonà, del quale minaccia la figlia. Per questo è imputato in altri procedimenti penali.

Le minacce non erano rivolte solo ad esponenti delle forze dell’ordine, ma agli stessi truffati. In una telefonata intercettata, Aramino si rivolge così un acquirente e-Bay dell’Aquila che si rifiuta di pagare: «Ma speriamo, non solo che ti succeda qualcosa, ma che l’Aquila stanotte ti cada di nuovo addosso». (s.so.)

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