Atessa

Stellantis, i numeri in crescita: «Ma ad Atessa serve un futuro»

3 Settembre 2025

Ad agosto vendite al +3,1% dopo un periodo nero, i sindacati: «È solo un dato, si naviga a vista»

ATESSA. Una tenue boccata d’ossigeno per Stellantis. Uno spiraglio di luce per la ripresa della produzione. Quindi una speranza per gli oltre 4.800 dipendenti dell’ex Sevel di Atessa che da tempo combattono con cassa integrazione e contratti di solidarietà. In base ai dati forniti dall’Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri (Unrae), ad agosto il mercato delle auto ha fatto registrare l’ennesimo segno negativo con un calo del 2,68% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Stellantis, però, si muove in controtendenza: dopo i cali di giugno e luglio, infatti, ad agosto il gruppo di casa Elkann è tornata a sorridere, avendo messo a segno 17.690 immatricolazioni, con una crescita del 3,1% rispetto alle 17.153 unità vendute nell’agosto del 2024. Il trend positivo si conferma anche guardando ai numeri dello stabilimento di Atessa: a luglio la media giornaliera di veicoli prodotti si è assestata sui 580, nel mese successivo – considerando la chiusura per le ferie estive – il dato si è alzato a circa 600 furgoni.

Questi dati fanno ben sperare in una ripresa della produzione negli stabilimenti Stellantis, compreso l’ex Sevel, soprattutto alla luce degli imminenti bonus auto decisi dal governo per l’acquisto di auto elettriche. I sindacati, però, rimangono scettici. «Sapere che c’è stato un aumento delle vendite è chiaramente una buona notizia, ma quante di queste auto sono state prodotte in Italia?», si domanda il segretario regionale della Cgil Carmine Ranieri, «non è un segno più nelle vendite di un mese che ci può far ben sperare». Ranieri indica chiaramente il problema: «Stellantis non sta investendo in Italia. Vogliono produrre un milione di auto, ma in Marocco. E questi non stupisce, perché è una scelta che rispecchia quella fatta negli ultimi 10 anni di non investire nel nostro Paese. Il tema fondamentale rimane quello della produzione. Se non viene affrontato non si va da nessuna parte». Dello stesso avviso anche Amedeo Nanni, segretario Fim, che sottolinea la mancanza «di una visione di lungo termine». Spiega che nello stabilimento di Atessa «si naviga a vista, mese per mese. Ora ci dicono che nel prossimo periodo ci sarà un aumento delle vendite. Ma anche se fosse vero, in una situazione così complessa come quella dell’automotive del nostro territorio come potremmo non essere preoccupati?».

LE VENDITE AD AGOSTO

Del gruppo Stellantis fanno parte ormai numerosi marchi europei, tra cui Peugeot, Opel e Citroen, ma sono ancora i brand italiani a trainare la crescita. Nel mese di agosto la Fiat ha venduto 6.266 veicoli, in aumento delle vendite del 31,75% rispetto allo stesso periodo del 2024. Nemmeno l’Alfa Romeo se la passa male, con un aumento delle immatricolazioni del 24,59%. Bene anche la Maserati (49,28%) e la Citroen (+75,27%), mentre cadono a picco Lancia (-67,25%), Peugeot (-19,76%) e Opel (-18,74%). Male anche la Jeep che, nonostante l’aumento delle vendite del modello Renegade (la terza auto più venduta in Italia) segna un calo dell’8,12%. Il cavallo di battaglia del marchio Fiat continua a essere la Panda che con 4.123 veicoli venduti si conferma il modello più apprezzato dagli italiani (nello stesso mese del 2024 le vendite erano state 3.3259). Bene anche la nuova Grande Panda, di cui nell’ultimo mese sono stati venduti 1.100 modelli.

I NUMERI IN ABRUZZO

Quanto vende Stellantis in Abruzzo? A svelarlo è sempre Unrae, che analizza i dati delle vendite di autovetture (esclusi, quindi, i veicoli commerciali) per singola provincia. Su 956 automobili complessivamente vendute in regione nell’ultimo mese, la Fiat rimane il marchio più apprezzato, con 121 modelli acquistati ad agosto, di cui 35 solo nell’Aquilano. Sono appena 14, invece, le Alfa Romeo vendute nello stesso periodo. E va molto peggio a un altro storico marchio della casa automobilistica, la Lancia, che in regione ha venduto appena tre modelli. Va un po’ meglio, invece, alla Peugeot e alla Opel, che toccano quota rispettivamente 30 e 23.

tute blu in FUGA

Per lex Sevel, da cui dipendono quasi 5mila famiglie, le speranze sono riposte nel prossimo autunno, quando arriveranno gli incentivi per l’acquisto di auto elettriche. Questo è, infatti, l’unico stabilimento che produce il Ducato full electric in Europa. «La proprietà si aspetta una crescita», conferma Nanni, che poi aggiunge: «Ma il problema vero è quello del piano industriale. Ed è in Europa che va sviluppato, insieme all’intera filiera. Non possiamo aggrapparci ai risultati di ogni singolo mese, senza alcuna certezza». Nel frattempo è iniziata la fuga delle tute blu dallo stabilimento. Dopo l’accordo dello scorso giugno tra e azienda e i sindacati Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr, per incentivare l’uscita anticipata c’è stato un picco di richieste. Sono state 602, il 12% della forza lavoro complessiva. Tra timidi segnali di ripresa che accendono la speranza per il futuro e un presente sempre più in bilico, tanti metalmeccanici hanno preferito dire basta all’incertezza e assicurarsi un futuro fuori dall’azienda. D’altra parte, i sindacati lo ripetono come un mantra: «Per poter pensare davvero a un domani l’ex Sevel ha bisogno di certezze. E, soprattutto, di un piano di investimenti».

©RIPRODUZIONE RISERVATA