debiti per 184 mila euro

Stipendi pignorati all’operaio Equitalia rivede il recupero

LANCIANO. Si apre uno spiraglio nella vicenda di Mario (il nome è di fantasia), che si è visto pignorare tutto lo stipendio da Equitalia in seguito a un debito di 184 mila euro nei confronti dello...

LANCIANO. Si apre uno spiraglio nella vicenda di Mario (il nome è di fantasia), che si è visto pignorare tutto lo stipendio da Equitalia in seguito a un debito di 184 mila euro nei confronti dello Stato. La direzione regionale della società di riscossione tributi ha contattato sia Mario e sia il suo avvocato, Pietro Cotellessa, del foro di Lanciano, promettendo di revocare il pignoramento presso terzi e di rivalutare il credito studiando come sia stato possibile che il debito sia arrivato a cifre così spropositate.

L’uomo, 47 anni, operaio campano ma residente da anni in città, nel 2000 aveva avviato un’attività commerciale. Ha fatto tutto da solo e, goffamente, non ha nemmeno avvertito il Registro delle imprese quando la sua attività è naufragata in pochi mesi. Dal 2000 si sarebbero accumulati debiti su debiti con Inps e Stato assieme a qualche bolletta e multa non pagate. Fino ad arrivare a 184 mila euro. Una cifra che Mario, operaio da sei anni, non possiede, non avendo peraltro nemmeno case o beni di proprietà.

Solo nelle ultime settimane però, Mario ha avuto contezza del debito contratto con Equitalia, quando, andato in banca per ritirare lo stipendio, si è accorto che non c’era rimasto nemmeno un euro.

Equitalia, che difende la legittimità del pignoramento, ha sempre ribadito di non conoscere quanto viene riversato nei conti correnti verificando solo l’eventuale disponibilità di somme e provvedendo così al pignoramento. La società di riscossione si è subito messa in contatto con l’uomo e ha promesso di revocare il pignoramento.

«A oggi», spiega Mario al telefono, «lo stipendio di gennaio risulta ancora bloccato. Dopo l’uscita dell’articolo sul Centro qualcosa si è sbloccato, ma spero di arrivare a una soluzione il più presto possibile visto che non ho mezzi di sostentamento nè per me nè per la mia famiglia».

«C’è stata un’intesa di massima», spiega l’avvocato Pietro Cotellessa, «Equitalia si è mostrata molto disponibile anche a fornire una scheda di tutte le posizioni debitorie. Quel che è certo è che bisognerebbe andare cauti in certe situazioni. Il mio assistito vive in una casa popolare, non ha beni e l’unico stipendio per una famiglia di 4 persone proviene dal suo lavoro in fabbrica. Sarebbe necessario valutare meglio le situazioni prima di procedere a questo genere di azioni».

Daria De Laurentiis

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