ABRUZZO

Stop alle trivelle, bocciato l'impianto gas di Bomba

No dei ministeri della Transizione ecologica e dei Beni culturali, soddisfazione delle assocoazioni ambientaliste: "Ennesima vittoria dell'Abruzzo, sarebbe stato il più grande progetto gas sulla terraferma in Europa". GUIARDA LE MOTIVAZIONI

BOMBA. I ministeri della Transizione ecologica e dei Beni culturali, guidati rispettivamente da Roberto Cingolani e da Dario Franceschini, hanno bocciato la concessione Colle Santo a Bomba come inizialmente proposto dalla Cmi Energia nel 2016. Si tratta della messa in produzione di due pozzi di gas in una concessione che riguarda i comuni di Bomba, Archi, Roccascalegna, Torricella Peligna, Pennadomo, Villa Santa Maria, Atessa, Colledimezzo, Altino, Perano, Paglieta. I pozzi sono denominati Monte Pallano 1 e 2 e sorgono nel comune di Bomba.

Le associazioni ambientaliste Forum H2O e Stazione ornitologica abruzzese (Soa)  esprimono grande soddisfazione per quella che definiscono "l'ennesima vittoria contro un progetto petrolifero in Abruzzo", e relativa a quello che viene descritto "il più grande giacimento" di gas in terraferma in Europa.

Maria Rita D'Orsogna, da sempre in prima linea contro le trivelle, docente dial Dipartimento di matematica e fisica della California State University, infatti spiega che oltre ai due pozzi "Monte Pallano", la Cmi Energia avrebbe successivamente perforato ulteriori "due o tre" pozzi estrattivi, costruito un gasdotto di circa 21 km con tubatura di 20 cm di diametro, e realizzato una centrale di trattamento gas a Paglieta".

Lo stop è arrivato dopo cinque anni di carteggi e dopo che il progetto era stato censurato dalla Valutazione di impatto ambientale (Via) regionale e dal Consiglio di Stato. "Dobbiamo dire che il comportamento del Ministero è stato comunque grave visto che ha permesso di riaprire un procedimento che in realtà doveva essere considerato chiuso", rilevano Forum e Soa, "nel parere negativo della commissione VIA nazionale del marzo 2021 si può leggere che "Nonostante il tempo avuto a disposizione e la numerosità ed abbondanza delle produzioni operate dal Proponente, dette criticità per le ragioni sopra evidenziate, tutte qui richiamate, non sono state superate, in quanto è mancata l’analisi degli impatti, diretti e indiretti, di cantiere, di realizzazione, di esercizio, di dismissione, sulle matrici rilevanti. Tra i più gravi, la mancata adeguata valutazione della localizzazione dell’opera, definita anche nel corso dell’audizione tecnica del 19.3.2021, come “....il più grande giacimento di gas naturale onshore in Europa......” in corrispondenza di una complessa situazione tettonica e a ridosso di una diga in terra battuta che sbarra un invaso di 4 milioni di metri cubi di acqua, diga completata nel 1962 quando ancora non era stata rilevata la complessità geologica della zona".

"Fra i motivi della bocciatura", riassume la D’Orsogna, "il fatto che il progetto avrebbe compromesso le aree protette del Bosco di Mozzagrogna, del Lago di Serranella e delle Colline di Guarenna, oltre ai vari pareri negativi inviati dalla Regione Abruzzo e in particolar modo dal Comune di Paglieta, le numerose osservazioni inviate dal pubblico, da associazioni ambientaliste e dai comuni di Altino, Atessa, Bomba, Roccascalegna, Mozzagrogna, Perano, Santa Maria Imbaro.

La docente universitaria esprime quindi la sua soddisfazione: "Questa bocciatura è un altro passo in avanti nella salvaguardia del lago di Bomba ed emerge sulla scia di vittorie precedenti contro le trivelle della Forest Oil nello stesso circondario e del gran lavoro fatto dal "Comitato di gestione partecipata del territorio" guidato da Massimo Colonna per oltre dieci anni. In questo momento», conclude D’Orsogna, «un pensiero di affetto e gratitudine va a Fabrizia Arduini, indimenticabile mia compagna di viaggio nelle battaglie contro il Centro Oli e Ombrina Mare, che si e' adoperata anche contro Colle Santo».

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