Strever, tutti i fratelli parti civili

10 Settembre 2013

I familiari chiedono alla Procura di riavere i soldi sequestrati

VASTO. Sta riacquistando poco alla volta la serenità Antonio Strever, il fratello di Michela Strever, 68 anni, la donna uccisa nella sua casa all’alba del 19 dicembre scorso. Le indagini dei magistrati hanno appurato che nel mirino del presunto assassino, Hamid Maathaoui, quella mattina c’era proprio lui.

«Tutti i fratelli Strever hanno deciso di costituirsi parte civile», annuncia l’avvocato di Antonio Strever, Arnaldo Tascione. Il legale nei prossimi giorni presenterà alla Procura la richiesta di dissequestro di tutti i beni e del conto corrente cointestato dalla vittima con il il fratello. «Non ci sono più motivi per i quali Antonio Strever non possa tornare a disporre del proprio denaro», sostiene il legale.

Al processo manca ormai poco più di un mese e il penalista affila le armi e si prepara a sostenere una battaglia giudiziaria che potrebbe riservare nuovi colpi di scena. Hamid Maathaoui deve rispondere di omicidio aggravato e rapina. L’indagato, difeso dall’avvocato Nicola Artese, ha confessato di avere aggredito e derubato la Strever ma sostiene di avere lasciato la donna ancora viva. A smentire Maathaoui ci sono la relazione del medico legale e gli esami del Dna. «Maathaoui mente, non lo dico io ma i periti», afferma l’avvocato Tascione.

Giancarlo Ciani e Enrica Medori, i Pm che indagano delitto, hanno scoperto che la mattina del 19 dicembre l’indagato era alla ricerca disperata di denaro. L’avvocato Artese preferisce mantenere il riserbo su quella che sarà la linea difensiva. (p.c.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA