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«Tasse pagate da 2 cittadini su 10»

Il consigliere Lanci: non c’è un censimento sugli accessi alle case

FRISA. L’80% dei contribuenti di Frisa non paga le tasse per l’accesso alle abitazioni. Non si tratta di una rivolta contro l’aumento delle imposte, ma dell’amara scoperta di una realtà conclamata fatta dal consigliere comunale della lista Frisa Cambia, Alessandro Lanci. «La colpa», spiega Lanci, «non è dei cittadini che non possono essere considerati evasori perché all’oscuro di queste tasse e oltre tutto non hanno mai ricevuto bollettini o comunicazioni da parte dell’amministrazione comunale. Il Comune, invece, non ha mai svolto un censimento delle case che si affacciano su strada e perfino gli importi dovuti sono di pura fantasia».

Capita così che imposte come Tosap, passo carrabile e altre, non vengano nemmeno prese in considerazione dagli ignari cittadini e, a questo punto, nemmeno dal Comune che potrebbe invece rimpinguare le casse comunali.

«I pochi che pagano le tasse», prosegue il consigliere di opposizione, «sono quelli che sono andati in Comune per chiedere delucidazioni in quanto gli importi cambiano ogni anno. Si va dai circa 8 euro al metro lineare del 2005-2007, ai 5 euro del 2008-2010 fino ai 13 euro del 2013». Una tassa più che mai ballerina il cui pagamento secondo Lanci è stato completamente demandato al senso civico e alla puntigliosità di pochissimi contribuenti. «La beffa», continua l’esponente di Frisa Cambia, «è che se hai pagato perché sei un cittadino onesto e poi ti accorgi che nessuno lo fa, non si può più tornare indietro ed entri a far parte della categoria dei contribuenti-polli perché le tue tasse sono messe in bilancio e ogni anno ti vedrai recapitare il bollettino, alla faccia di chi non paga».

Lanci già dallo scorso anno aveva sollecitato l’amministrazione comunale, tramite l’ufficio tecnico, «a porre fine a questa illegalità» e di provvedere al censimento delle abitazioni. «Ciò non è avvenuto», denuncia Lanci, «e non mi resta che chiedere ai cittadini che hanno pagato di non farlo più fino a che il sistema non si regolarizzerà. Se non si risolve immediatamente questa ingiustizia mi vedrò costretto a segnalare la situazione alla Corte dei conti per danno erariale». (d.d.l.)

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