la vittima sfugge allo stupro scappando da una finestra
Tenta di violentare la dipendente: ristoratore imputato a 80 anni
CHIETI. Ha tentato di violentare sessualmente la donna delle pulizie, che è riuscita a sfuggire allo stupro scappando da una finestra. Un ristoratore di 80 anni è finito sotto processo, davanti al...
CHIETI. Ha tentato di violentare sessualmente la donna delle pulizie, che è riuscita a sfuggire allo stupro scappando da una finestra. Un ristoratore di 80 anni è finito sotto processo, davanti al tribunale di Chieti (presidente Guido Campli, giudici a latere Morena Susi e Maurizio Sacco), per un episodio avvenuto il 25 settembre 2021. La vittima, 58 anni, assistita dall’avvocato Giuseppe Pantaleone, si è costituita parte civile e chiede di essere risarcita: ascoltata ieri in aula, ha confermato tutte le accuse.
Le indagini dei carabinieri della stazione di Francavilla sono scattate dopo la denuncia presentata dalla donna. «Quel pomeriggio», ha raccontato, «intorno alle 18.20, dopo aver svolto il mio lavoro, mentre mi stavo riposando, seduta su una sedia, all’interno della cucina del ristorante, sono stata improvvisamente toccata sul braccio e sulla spalla sinistra dal titolare, che, nell’occasione, ha tentato di afferrarmi il seno. Spaventata da questo comportamento, che non aveva alcuna giustificazione, ho cercato di allontanarmi, ma l’uomo, inaspettatamente, si è tirato giù i pantaloni e le mutande».
L’ottantenne, come ricostruisce il sostituto procuratore Lucia Anna Campo nel capo d’imputazione (ieri in aula c’era il pm Giuseppe Falasca), si è reso protagonista di «atti idonei e diretti in modo non equivoco a costringere la donna a subire e compiere atti sessuali, non riuscendo nello scopo per cause indipendenti dalla sua volontà». La vittima ha continuato: «Nella circostanza ho invitato il titolare a desistere, ma lui si è avvicinato ulteriormente». Terrorizzata, la donna ha scavalcato una finestra, poi è fuggita di corsa in strada. Non avendo con sé un cellulare, ha fermato un ragazzo con il motorino e gli ha chiesto di poter utilizzare il telefono per avvertire il padre. A quel punto, la vittima ha raggiunto in auto la caserma dei carabinieri. Fin qui, il suo racconto. Si tornerà in aula il 19 dicembre prossimo per ascoltare i testimoni, poi arriverà la sentenza. (g.let.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
Le indagini dei carabinieri della stazione di Francavilla sono scattate dopo la denuncia presentata dalla donna. «Quel pomeriggio», ha raccontato, «intorno alle 18.20, dopo aver svolto il mio lavoro, mentre mi stavo riposando, seduta su una sedia, all’interno della cucina del ristorante, sono stata improvvisamente toccata sul braccio e sulla spalla sinistra dal titolare, che, nell’occasione, ha tentato di afferrarmi il seno. Spaventata da questo comportamento, che non aveva alcuna giustificazione, ho cercato di allontanarmi, ma l’uomo, inaspettatamente, si è tirato giù i pantaloni e le mutande».
L’ottantenne, come ricostruisce il sostituto procuratore Lucia Anna Campo nel capo d’imputazione (ieri in aula c’era il pm Giuseppe Falasca), si è reso protagonista di «atti idonei e diretti in modo non equivoco a costringere la donna a subire e compiere atti sessuali, non riuscendo nello scopo per cause indipendenti dalla sua volontà». La vittima ha continuato: «Nella circostanza ho invitato il titolare a desistere, ma lui si è avvicinato ulteriormente». Terrorizzata, la donna ha scavalcato una finestra, poi è fuggita di corsa in strada. Non avendo con sé un cellulare, ha fermato un ragazzo con il motorino e gli ha chiesto di poter utilizzare il telefono per avvertire il padre. A quel punto, la vittima ha raggiunto in auto la caserma dei carabinieri. Fin qui, il suo racconto. Si tornerà in aula il 19 dicembre prossimo per ascoltare i testimoni, poi arriverà la sentenza. (g.let.)
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