Tentato omicidio, condannata una coppia

Otto anni a marito e moglie: hanno sparato al fratello di lui al lavoro nei campi

CHIETI. Otto anni di reclusione a moglie e marito per tentato omicidio. Il tribunale di Chieti (presidente Geremia Spiniello, a latere Patrizia Medica e Paolo Di Geronimo), martedì pomeriggio, intorno alle ore 17, ha emesso una sentenza di condanna a carico di Rocco De Luca, 81 anni, e della moglie Maria Antonietta Marinucci, 79 anni, entrambi di Villamagna.

A distanza di sette anni, quindi, è arrivato il giudizio di primo grado per una vicenda che risale al 16 maggio del 2003. Una lite familiare sfociata in un tentativo di omicidio, in contrada Val di Foro.

Una lite tra fratelli, Rocco e Carmine De Luca, entrambi di Villamagna, per la perimetrazione dei confini dei rispettivi terreni. La discussione si è trascinata avanti per diverso tempo. Ed è sfociata anche in cause civili che hanno coinvolto un altro fratello. Il livore si è trasformato in un tentativo di omicidio, quando Rocco De Luca ha perso la pazienza per quello che ha ritenuto l'ennesimo affronto. E' accaduto proprio la mattina di quel venerdì. Erano lui e la moglie affacciati alla finestra della propria abitazione. L'anziano ha problemi di vista che ormai è limitata. Ma ha percepito la presenza del fratello al lavoro con il trattore nell'appezzamento di terreno che confina con la sua proprietà. Carmine De Luca stava portando via della terra dal proprio appezzamento. E la cosa dava fastidio a Rocco De Luca che temeva per la stabilità dell'abitazione. Vinto dalla rabbia e aiutato dalla moglie, ha preso la Beretta 765. Secondo la ricostruzione, la moglie, Maria Antonietta Marinucci, lo ha aiutato a impugnare la pistola e a indirizzarla verso il fratello intento a lavorare sui campi. La distanza calcolata è stata di circa 40 metri. E' partito un colpo che, fortunatamente, non ha colpito Carmine De Luca, oggi 75enne. L'uomo, già oggetto di minacce, si è accorto del fratello alla finestra con la pistola, ma non ha fatto in tempo a fuggire.

Lo ha fatto quando ha avvertito il sibilo del proiettile. La paura è stata tanta. E così ha deciso di andare a denunciare l'accaduto ai carabinieri che hanno avviato le indagini. C'è stato l'accertamento con il guanto di paraffina; della vicenda si è occupato anche il Ris di Roma per alcune analisi, mentre la perizia balistica è stata realizzata da Gianluigi Marino. Negli anni la vicenda è andata avanti. E giovedì c'è stato l'ultimo atto del processo di primo grado. Il pubblico ministero Rosangela Di Stefano ha chiesto poco più di nove anni a testa per moglie e marito. Il tribunale di Chieti ha condannato entrambi gli imputati a otto anni e al risarcimento dei danni, calcolati in 30mila euro, nei confronti di Carmine De Luca, assistito dall'avvocato Cesare D'Onofrio di Pescara. Oltre, naturalmente, al pagamento delle spese processuali.

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