Topi uccisi senza necessità Sequestri al Negri Sud

La Forestale toglie al centro di ricerca 57 cavie rimaste dopo le 750 soppresse La Lav: è il primo provvedimento in Italia su animali destinati alla vivisezione

SANTA MARIA IMBARO. La Forestale ha sequestrato 57 topi da laboratorio nei locali della Fondazione Mario Negri Sud di Santa Maria Imbaro. Gli animali, del tipo “Mus musculus”, sono i sopravvissuti di una colonia molto più numerosa, che lo scorso aprile è stata soppressa col gas, come ammesso dallo stesso istituto di ricerca, dopo il taglio delle risorse. Il sequestro è stato disposto dal gip del tribunale di Lanciano, su richiesta della Procura, che procede per il reato di uccisione di animali. L’indagine era scattata dopo una segnalazione della Lega Anti Vivisezione (Lav), a cui adesso sono stati affidati i roditori.

Nel corso di una ispezione delegata dalla Procura frentana, la Forestale ha verificato come una colonia di topi per sperimentazione, non più utile alle attività di ricerca condotte, fosse stata soppressa. Il taglio delle risorse economiche subito dalla Fondazione, malgrado l’eccellenza che essa rappresenta nella ricerca, ha determinato la soppressione di circa 750 animali giudicati in esubero, eliminazione decisa all’esito del tentativo, senza successo, di collocare gli animali altrove.

«Ma la soppressione non poteva rientrare nella cosiddetta “uccisione con metodi umanitari”, ammessa dalla norma solo nell’ambito di un ciclo di sperimentazione o procedura», spiega il comandante provinciale della Forestale, Livia Mattei, «in altre parole i 750 topolini sono stati soppressi senza che sia stata ravvisata alcuna necessità. Allo stato è stato configurato il reato di uccisione di animali (articolo 544 bis del codice penale, ndc), la cui responsabilità andrà successivamente accertata all’esito dei necessari approfondimenti».

Non potendo escludere l’eventualità della soppressione anche di questi esemplari, l’autorità giudiziaria ne ha disposto il sequestro e li ha affidati in custodia alla Lav che, sotto controllo medico-veterinario, ha trasferito i topi in una struttura idonea. «Per la prima volta in Italia viene effettuato un sequestro di animali destinati alla vivisezione, appartenenti a un istituto di ricerca autorizzato dal ministero della Salute», sottolinea l’associazione che aveva presentato denuncia. «Il sequestro giudiziario pone in salvo gli animali e li mette al riparo dal pericolo di altre violazioni delle leggi», dichiara Gianluca Felicetti, presidente Lav, «abbiamo fatto valere, non l’elargizione di un favore nel prendere in carico questi animali, ma il loro diritto a non essere uccisi in un laboratorio».

«L’uccisione degli altri topi pone in evidenza l’esistenza di un’inaccettabile prassi del sistema vivisezione, tanto più grave perché esercitata all’interno di quello che viene declamato come l’eccellenza degli istituti di ricerca in Italia», conclude Michela Kuan, biologa e responsabile Lav settore vivisezione.

Stefania Sorge

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