Tracce di Dna della madre sugli indumenti del figlio

Marco Del Vecchio incastrato dalle macchie di sangue su maglietta e jeans Si incrina l’alibi del giovane accusato del duplice omicidio di via Anghella

VASTO. Si incrina l’alibi di Marco Del Vecchio, 38 anni, l’uomo in carcere dal 18 novembre perché sospettato di avere ucciso con 111 coltellate i genitori, Adele Tumini, 68 anni, ed Emidio Del Vecchio, 72 anni. Il presunto omicida sembra infatti inchiodato dai risultati degli esami ematologici eseguiti dai Ris di Roma e depositati ieri in Procura. Se sui due coltelli sequestrati dai carabinieri non è possibile distinguere le tracce ematiche delle vittime, sulla maglia e sui jeans del trentottenne gli esperti hanno individuato un Dna con un profilo genetico femminile che corrisponde a quello di Adele Tumini. Gli esperti confermano che Emidio Tumini è morto prima della moglie ma grazie alle tracce di cibo trovate nello stomaco di entrambe le vittime si restringe il lasso di tempo intercorso fra un omicidio e l’altro e soprattutto viene fissata l’ora della tragedia: indicativamente dopo le 19.

Risultati del Ris di Roma. La persona che il 17 novembre 2012 ha ucciso Emidio Del Vecchio e Adele Tumini ha agito con una furia disumana ma anche scaltrezza e freddezza. Il luogo del delitto è stato ripulito in modo maniacale. Sulla lama dei coltelli usati per straziare e uccidere i due pensionati gli esperti hanno estrapolato una miscela genetica in cui sono presenti i profili delle vittime ma non quelli dell’assassino. Ci sono tracce emocompatibili miste. Ma sulla maglia e sui jeans di Marco Del Vecchio sono state trovate tracce del Dna materno. Potrebbe essere questa la prova che inchioda l’accusato. La Procura aspetta ancora i risultati degli esami dattiloscopici che chiariranno altri aspetti, ma è indubbio che la posizione dell’indagato, che continua a negare le accuse, diventa estremamente delicata.

I resti di cibo. La perizia del medico legale ha stabilito che l’assassino ha ucciso prima Emidio Del Vecchio. «La prima perizia dell’esperto non esclude un lasso di tempo di 5 ore fra un delitto e l’altro», conferma il difensore dell’accusato, l’avvocato Raffaele Giacomucci. L’analisi necroscopica più approfondita, però, restringe di molto il lasso di tempo fra i due omicidi. «Dall’esame autoptico emerge che nello stomaco di entrambe le vittime sono state ritrovate tracce di cibo, probabilmente la cena consumata quella sera», spiega l’avvocato Gianni Menna, il legale della figlia dei due pensionati uccisi. I due pensionati sono stati quindi aggrediti, picchiati e massacrati dopo cena.

La posizione degli avvocati. «Tutto lascia pensare che ad uccidere Emidio Del Vecchio e Adele Tumini sia stato il figlio Marco. «Lui però ha sempre sostenuto e continua a sostenere di essere innocente», insiste l’avvocato Giacomucci. «Il mio cliente è evidentemente sofferente, e gli stessi periti hanno individuato grosse turbe comportamentali. Marco Del Vecchio è una persona che sta male e deve essere curata», dice il difensore. Decisamente diversa la posizione del legale di Nicoletta Del Vecchio, figlia dalle vittime e sorella dell’imputato. Il tono dell’avvocato Gianni Menna è categorico. «Marco Del Vecchio dicesse con chiarezza dove si trovava mentre i suoi genitori venivano uccisi», dice Menna. «A questa domanda l’accusato non ha mai risposto. Se non è lui l’assassino come dice, spiegasse ai giudici dove si trovava e cosa stava facendo la sera del duplice omicidio».

Paola Calvano

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