Trasfusioni nei corridoi dell'ospedale di Chieti

Infuriati i parenti di una paziente grave di oltre 90 anni

CHIETI. Trasfusione di sangue in pieno corridoio. Per una donna di 93 anni questo è il ricovero ospedaliero nell'area medica del Santissima Annunziata. Il super reparto da tre medicine e area geriatrica allo stesso livello, con 82 posti letto e il programma aziendale di estenderli a circa 100, continua a suscitare proteste per i tanti disagi.

E qualche volta i nervi saltano. Come è accaduto venerdì. «Sembra l'Africa», è il commento di chi accudisce i propri cari nella clinica medica affollata da 8 barelle in corsia. «situazioni da condannare», continuano, «non è possibile restituirci, con tutte le tasse che paghiamo, una sanità ai minimi livelli».

Ieri le corsie erano decongestionate, o quasi, grazie a quel magico turn over che racconta di picchi di ricoveri e stanze ultrapiene a giorni alterni. C'erano due barelle in semeiotica e patologia mentre in clinica medica una, resto della mattinata che ha visto la dimissione di sei pazienti. Ma i disagi comunque restano. Come racconta il signor Camillo, un corridoio più in là, in area geriatrica, accanto a sua madre, ricoverata su un lettino a rotelle che ha un materassino spesso pochissimi centimetri, scomodo a già a guardarlo. «Non è facile in queste condizioni», dice l'uomo, «a casa cerco di accudirla nel migliore dei modi. Ha il materassino antidecubito, per evitarle le piaghe. Qui, dopo tre giorni, inizia già ad arrossarsi. Quando c'è la visita medica, poi, ci fanno andare fuori ma devono tener conto delle tipologie di pazienti. C'è chi ha bisogno di una vicinanza continua». E quando chiediamo come si fa ad accettare una situazione del genere la «Dove sennò», è la risposta di tutti. Così di Camillo come Laura. Anche il suo papà, 84 anni, è ricoverato in corridoio, dietro un paravento che fa da scudo alla sua privacy. «Ci avevano proposto di andare in una clinica privata, ma qui nonstante tutto ci sentiamo più garantiti», dice la giovane donna, «così abbiamo firmato per il ricovero in corridoio. In due o tre giorni dovrebbe andare in stanza. Speriamo».

Aldo Cerulli, segretario regionale di Cittadinanzattiva, di fronte all'ennesima cronaca di barelle e disagi in corsia, alza le braccia. «Da tempo», afferma, «segnaliamo al manager Francesco Zavattaro che i posti letto a disposizione di questa struttura sono sottostimati rispetto alle necessità, molta in arrivo da fuori Asl. C'è anche meno personale di quel che serve, con ferie e malattie che aggravano il quadro», conclude Cerulli, «più volte abbiamo detto che il diritto alla salute è calpestato, con i livelli di assistenza ormai ai minimi».
Sipo Beverelli

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