Tumore all'utero, esame impossibile

Cgil-medici: il calendario è chiuso e la Asl non ci ha dato spiegazioni

CHIETI. Pap test, alla Asl di Lanciano-Vasto-Chieti, il calendario è chiuso. Se una donna vuole fare controlli preventivi per accertarsi se ha un cancro all'utero lo può fare sì, ma dal privato. Il pubblico non dà risposte, l'esame non è prenotabile. Il disservizio che è stato segnalato ai centralini del Centro da diverse donne, è stato evidenziato anche dalla coordinatrice provinciale della Cgil Medici Maria Piccone che ha chiesto spiegazioni ai vertici della Asl più di una volta, ma non ha avuto risposta.

Il Pap test, che prende il nome dal medico greco-americano che sviluppò questo tipo di accertamento, Papanicolau, serve a dare una diagnosi rapida dei tumori al collo dell'utero. Un esame che è consigliato dallo stesso sistema sanitario nazionale alle donne dai 25 ai 65 anni. Screening che dovrebbe essere compreso in quel percorso preventivo cui una donna deve sottoporsi con regolarità. Tanto più se una donna che ha avuto precedenti problemi.

Come per esempio Anna, nome di fantasia, di Chieti, già sottoposta a intervento di cancro al seno, che deve fare i controlli di routine annuali, dalla mammografia all'ecografia all'addome, all'Rx torace, al Pap test appunto. Fino a qualche anno fa regolari, quando le cliniche private che erano convenzionate con la Asl, offrivano tempi di attesa di gran lunga inferiori a quelli pubblici, questi, tuttavia, ancora abbordabili. Ma anche ora Anna, dopo che al numero verde della Asl di Chieti, le hanno risposto che la mammografia la può fare nel marzo del 2013, (tempi siderali se si confrontano, per esempio, con la Asl di Teramo che fissa il primo appuntamento nel marzo 2012), l'ecografia nel luglio 2012, e l'Rx torace ad Atessa, Casoli, Lanciano o San Salvo, si è rivolta al privato al quale pagherà un ticket di 80 euro per mammografia ed eco compresa, che farà tra 20 giorni.

Anna non ha problemi di natura economica, può spendere soldi per tutelare la sua salute, ma per le stesse ragioni lo farebbe con enormi sacrifici anche chi non ha la possibilità. «Altro che percorso rosa di cura», commenta Maria Piccone che a proposito sottolinea l'incongruenza che si verifica all'ospedale di Ortona dove ci sono ostetricia e ginecologia, senza la rianimazione né la pediatria.

Criticità che sia Cisl e Cgil Medici segnalano anche per altri aspetti tra tutti la rete degli ospedali dimensionata alla quale non fa da contrappeso una adeguata medicina del territorio. Dopo Casoli, Gissi e Guardiagrele chiude di anche Atessa, dove rimangono due sole unità operative complesse, situazione non compatibile con una reale sopravvivenza della struttura. Il manager Zavattaro, sollecitato a presentare l' atto aziendale anche dalla Cisl Medici che ha dichiarato lo stato di agitazione, ha promesso che è pronto e lo consegnerà domani al comitato ristretto dei sindaci. Staremo a vedere.

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