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Un’altra casa sgomberata per la frana di Santa Giusta

Famiglia lascia l’abitazione sul versante Morena: è in hotel a spese proprie Vinciguerra (Italia Nostra): niente fondi regionali se il Comune non fa un progetto

LANCIANO. Ha dovuto fare le valigie in tutta fretta e da due giorni alloggia nell’hotel Alba, dove la raggiungiamo, la famiglia di Valerio De Laurentiis, costretta a lasciare la propria abitazione a Santa Giusta a causa della totale inagibilità della strada comunale che permette di raggiungerla e per la parziale inagibilità della casa stessa, scossa da un movimento franoso che si è aperto all’improvviso dopo le alluvioni del marzo scorso. È la terza famiglia in pochi mesi, dopo le due di Madonna del Carmine, ad essere colpita da un’ordinanza di sgombero del Comune a causa delle frane che mettono in pericolo le case in cui vivono.

Ma quella che interessa il versante Morena di Santa Giusta è una frana anomala perché in una zona edificabile, in cui non ci sono mai stati problemi idrogeologici, né tanto meno movimenti franosi. Una ferita che provoca fratture nel terreno alte anche più di 50 centimetri, si allunga per oltre 300 metri interessando strade e piazzali di almeno cinque abitazioni, una rimessa e una casa disabitata.

Quella di De Laurentiis è una delle più colpite e ha portato il Comune a decretarne la parziale inagibilità. Le fratture sono evidenti, ci sono distacchi tra le mattonelle, il pavimento è in pendenza, ci sono crepe. Così come il terreno che la circonda e circonda le altre abitazioni: è tutto un susseguirsi di fratture. Per non parlare della strada comunale ormai ridotta a una lingua di cemento sgretolato visto che tutto un versante è andato giù. La famiglia a proprie spese ha messo dei fessurimetri per verificare questo movimento franoso, e ha richiuso alcune crepe. Da parte del Comune, invece, alcun intervento, nemmeno il carotaggio per capire cosa provoca la frana e questo fin da marzo da quando il terreno all’improvviso ha cominciato a scivolare a valle.

«Siamo in hotel», dice Valerio De Laurentiis, «con tutti i disagi che conseguono nel dover lasciare la propria casa, che non è fatta di 4 mura ma di affetti e sudore visto che ne stiamo pagando ancora il mutuo. Questo dopo che il Comune, dopo tre mesi di inoperosità, è venuto a chiudere la strada di accesso alla casa perché completamente inagibile visto che è franata quasi del tutto. Il Comune dovrebbe fare i carotaggi, sistemare la strada anche perché, pur volendo, non potrei fare io i miei lavori sulla casa visto che non c’è una strada di accesso».

La risposta del Comune è invece la solita: non abbiamo soldi. Eppure la Regione aveva stanziato dei soldi per interventi in emergenza dopo l’alluvione di marzo.

«La Regione i fondi li ha ma non li può assegnare se il Comune non manda dei progetti esecutivi», accusa Pierluigi Vinciguerra, residente della zona e presidente di Italia Nostra. «Progetti che non può redigere se non fa prima i carotaggi per capire cosa origina la frana. Sono trascorsi già tre mesi, una famiglia è stata evacuata, le fratture si allargano, dobbiamo aspettare che venga giù tutta la collina prima che qualcuno si muova?». (t.d.r.)

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