Unione dei Comuni, San Vito vota l’uscita
Oggi il consiglio. Ma per gli altri enti con meno di 5mila abitanti l’associazione resta obbligatoria
SAN VITO. Mozione per il recesso del Comune di San Vito e per lo scioglimento dell’Unione dei comuni “Città della frentania e costa dei trabocchi” presentata dal gruppo di maggioranza “Nuova alleanza per san Vito”. È un consiglio quasi monotematico quello di oggi alle 16 nel paese pronto ad uscire dall’Unione dei comuni. Come annunciato la settimana scorsa, il sindaco Rocco Catenaro, dopo aver rescisso le convenzioni per i servizi legati alla co-gestione delle attività produttive, del personale e dei tributi ora, procede per l’uscita del Comune dall’Unione.
Un’uscita non indolore per un paese che ha ancora dei pagamenti da fare all’Unione. Un Comune che però, come accade per Fossacesia, non avrà l’obbligo di unirsi di nuovo visto che supera i 5mila abitanti. Dovranno invece associarsi gli altri Comuni dell’Unione ossia Castel Frentano, Treglio, Frisa, Mozzagrogna, Paglieta, Rocca San Giovanni, Torino di Sangro, Santa Maria Imbaro, Perano e Sant’Eusanio. «La legge impone di associarci per raggiungere quota 5mila abitanti», spiega Massimiliano Berghella, sindaco di Treglio, «e dovremmo farlo visto che questa Unione è arrivata al capolinea. Nella riunione dei sindaci è stato deciso di convocare entro il 30 giugno i consigli comunali per la rescissione dai servizi associati. Questo porterà nei prossimi sei mesi l’Unione a prenderne atto. Poi, dal 1° gennaio 2015, l’ente non esisterà più».
Una fine che avrà conseguenze anche su 5/6 posti di lavoro. «È premura di tutti i sindaci la salvaguardia dei posti di lavoro», precisa Nicola Scaricaciottoli, presidente dell’Unione e sindaco di Paglieta, «l’idea è di riassorbirli nei Comuni in cui c’è bisogno. L’Unione è finita? È da vedere. Nei Comuni si voterà per la rescissione dalle convenzioni o per l’uscita ma gli effetti ci saranno dal 1° gennaio. Ci sono 6 mesi di tempo in cui potrebbe accadere di tutto». Servirebbe però un miracolo.
A cascata, tra oggi e il 30 giugno, i Comuni faranno i consigli e la maggior parte pare voterà per l’uscita dall’Unione. «Si va verso lo scioglimento», commenta il sindaco di Castel Frentano, Gabriele D'Angelo, «infatti sto lavorando parallelamente per trovare altre convenzioni visto che sono obbligato per legge a farlo, in modo che non ci saranno vuoti. La fine di questa Unione non porterà problemi economici e offrirà servizi più efficienti ai Comuni». Le delibere dei comuni dovranno essere recepite dal consiglio dell’Unione - che deve essere rinnovato - poi ci sarà un commissario liquidatore. Oltre ai posti di lavoro ci sono in ballo 128mila euro di costi di gestione 2013, e 150mila euro del 2014, da ripartire tra i comuni, ovvero tra i cittadini.
Teresa Di Rocco
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