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Unione delle Colline teatine: il piano per gli appalti svelato al telefono 

Gli imprenditori arrestati: dalle intercettazioni le promesse del sindaco di Casacanditella 

CASACANDITELLA. «Sta a posto, dice fai la domanda pure per Casalincontrada... vedo se posso parla’ col sindaco». Dalle intercettazioni nell’inchiesta sugli appalti dell’Unione delle Colline teatine emerge che l’imprenditore Sergio Giancaterino e il suo braccio destro Antonio Ruggeri volevano fare affari non soltanto a Casacanditella e San Martino sulla Marrucina: nelle carte dell’indagine spunta anche l’interesse per un appalto a Casalincontrada e lo sponsor di Giancaterino-Ruggeri sarebbe stato Giuseppe D’Angelo, il sindaco di Casacanditella agli arresti domiciliari da tre giorni con l’accusa di tangenti «camuffate» con «l’acquisto dei biglietti della lotteria patronale, noleggio di tendoni per una festa, contributi in beneficenza». E «una porchetta». Per gli inquirenti il sindaco sarebbe stato «messo a stipendio» con la consegna, in più occasioni, di circa 10 mila euro.
Della promessa di D’Angelo parlano, intercettati al telefono, Giancaterino e Ruggeri, anche loro finiti ai domiciliari con altre 4 persone: nel colloquio si parla di un incontro con il sindaco di Casacanditella e Ruggeri lo racconta così: «Sai che mi ha detto... m’ha detto col sindaco ci parlo io, me l’ha detto fuori. Il sindaco non ci capisce un c. però fa quello che dico io». Per gli inquirenti, D’Angelo potrebbe aver promesso un’ intercessione con il sindaco di Casalincontrada. E nella risposta Giancaterino rivela, con poche parole, il meccanismo finito al centro dell’inchiesta per truccare le gare d’appalto: «A ta invita’ 5 ditte che dico io». È l’ipotesi dell’accusa: creare un cartello di imprese per condizionare le gare anche in alcuni comuni della provincia di Chieti in cui «hanno trovato buoni spazi di manovra per le loro attività illecite».
Il centro di questa parte dell’indagine è a Casacanditella, comune capofila dell’Unione delle Colline teatine di cui fanno parte anche Ari, Roccamontepiano, Casalincontrada e San Martino sulla Marrucina. Da Casacanditella, secondo la squadra mobile dell’Aquila e la procura di Avezzano, si dipana «una fitta rete di relazioni con pubblici amministratori della zona e imprenditori che sono soliti operare in provincia» secondo «il collaudato metodo di alterazione delle pubbliche gare». In due modi: «Con il ricorso a illeciti accordi con ditte amiche» e «con il ricorso alla corruzione di pubblici ufficiali».
L’anello di collegamento tra amministratori e imprenditori, dice l’accusa, è costituito da «faccendieri locali» con il compito di «mantenere i rapporti»: l’ordinanza di arresto cita il commercialista Domenico Primante detto Dino, indagato, e anche Marco Di Muzio, non indagato: su Primante e Di Muzio, il gip Francesca Proietta scrive che «non si ritiene di chiedere misure cautelari personali in ragione dell’assenza dell’accertamento di consumazione di delitti, pure se dagli stessi programmati».
Oltre all’appalto contestato per i lavori di consolidamento di località Colle Grande a San Martino sulla Marrucina, nelle intercettazioni si parla anche di altri possibili affari. Quello di Casalincontrada l’avrebbe suggerito D’Angelo agli imprenditori: «Dice fai la domanda pure per Casalincontrada... vedo se posso parla’ col sindaco. Ha detto che sempre sto geometra, quello ci va. Ha detto sempre quello ci va... ha detto il geometra di prima che era complicato... se n’è ito in pensione». E Giancaterino assicura: «La domanda domattina la faccio». E Giancaterino, in un’altra telefonata intercettata, cita anche un altro paese del Chietino: «Io ci volevo parlare oggi però non ci sta... a me Filetto già me l’ha mandato, ho capito».
Nell’indagine è indagato anche il sindaco di San Martino sulla Marrucina Luciano Giammarino di professione ispettore di polizia, accusato di «una mera manifestazione di disponibilità poi non portata ad ulteriori conseguenze».
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