Ventimila euro per tacere la relazione gay

Ricattava un giovane imprenditore della Val di Sangro, il polacco arrestato finisce a processo

LANCIANO. A luglio l’arresto da parte dei carabinieri di Atessa, ieri è arrivato il rinvio a giudizio deciso dal tribunale di Lanciano per Juan Sebastian Krzyzostaniak, polacco di 32 anni, residente a Pescara accusato di estorsione. Il 17 febbraio 2014 dovrà spiegare al giudice monocratico i soldi ottenuti, circa 20mila euro, a seguito di intimidazioni fatte ad un giovane imprenditore della Val di Sangro. A far luce sulla vicenda sono stati i carabinieri del nucleo operativo di Atessa, coordinati dal procuratore capo Francesco Menditto, ieri presente in aula pronto a chiedere, ed a ottenere, dal giudice per le udienze preliminari, Massimo Canosa, il rinvio a giudizio per l’uomo. Ai militari, vincendo la timidezza, si era rivolto il giovane imprenditore, che non ne poteva più delle pressanti richieste di denaro del polacco, conosciuto tempo prima a Pescara dove si recava saltuariamente, di cui era diventato amico, e a cui inizialmente aveva prestato dei soldi per aiutarlo, visto che aveva problemi economici. Poi, però, con il passare del tempo, il polacco aveva iniziato a pretendere i soldi, tanto che, come evidenziarono i carabinieri alla fine delle indagini, aggiungeva minacce di ritorsioni fisiche e non solo nei confronti dell’imprenditore se non lo avesse assecondato.

«Se non mi dai i soldi dico che sei omosessuale alla tua famiglia e ai colleghi di lavoro. Dammi altri mille euro e non parlo più». E così il giovane consegnava ogni volta dei soldi a Krzyzostaniak che in un anno è riuscito a intascare circa 20mila euro. Fino però alla metà di luglio quando i carabinieri hanno arrestato il polacco in flagranza di reato. I militari in abiti civili e con i bagagli al seguito come se dovessero prendere il treno, si presentarono alla stazione di via Bergamo dove il giovane aveva appuntamento con Krzyzostaniak per dargli i soldi. Il polacco arrivò, ispezionò con cura la stazione, e si avvicinò al giovane imprenditore che gli diede i soldi.

I carabinieri attesero che Krzyzostaniak intascasse la somma e lo arrestarono, recuperando l’intero importo. Il polacco avrà modo di spiegare in aula la sua versione dei fatti, il prossimo 17 febbraio 2014, anche se durante l’interrogatorio di garanzia ammise che aveva fatto pressioni sull’amico per avere dei soldi spinto però dalla necessità, dalla povertà visto che aveva perso il lavoro ed era ospite della Caritas.

Teresa Di Rocco

©RIPRODUZIONE RISERVATA