Vertice da Chiodi contro i tagli all’assistenza

Cure riabilitative, ripercussioni su 300 pazienti e sui dipendenti dei centri che fanno le terapie

LANCIANO. Ci sarà anche il Comune, con l’assessore alle politiche sociali, Dora Bendotti oggi a Pescara al tavolo tecnico tra Regione, centri di riabilitazione e sindacati sulla questione dei tagli alla riabilitazione decisi dal commissario alla sanità, Gianni Chiodi, che stanno avendo ripercussioni drammatiche soprattutto in città con circa 300 persone, di cui 100 bambini, che non possono accedere alle terapie perché i centri hanno terminato i fondi a loro disposizione.

Nel primo tavolo alcuni giorni fa la Regione aveva annunciato di voler ridurre il taglio del budget alla riabilitazione dal 10 al 5 %, una scelta che, in realtà, soprattutto per la situazione lancianese, non fa tirare un sospiro di sollievo né ai dipendenti dei centri, in particolare del San Stefar che rischiano di finire in cassa integrazione, né tanto meno alle 300 persone in lista di attesa.

«Anche il Comune sarà a Pescara», dice l’assessore Bendotti, «non mi faranno partecipare al tavolo, ma aspetterò la fine per incontrare Chiodi o i dirigenti del settore perché ho bisogno di spiegazioni. Non riusciamo a capire come mai solo a Lanciano centinaia di pazienti non possono accedere alle alle terapie nei centri accreditati. Siamo sempre calpestati. Sono stata al San Stefar in via Parma e ho visto centinaia di persone in lista di attesa nonostante la stessa commissione medica della Asl indichi che hanno bisogno di terapie, anche urgenti. A Lanciano c’è lo stesso diritto a curarsi che altrove. E poi non capisco perché bisogna sempre ricorrere alla giustizia, con gli esposti, o alle petizioni per far valere un diritto sacrosanto quale quello alla salute e alle cure. Non me ne andrò senza spiegazioni».

Spiegazioni che vorrebbero anche i dipendenti del San Stefar che con i tagli rischiano il perdere il lavoro, nonostante questo sia fondamentale per i malati e addirittura non basti per soddisfare le richieste. E questo perché, come evidenziato dalle Rsa, il fabbisogno di cure in questa zona è sottostimato rispetto alle necessità. Proprio per cercare di far ottenere le cure a chi ha bisogno nei centri accreditati, una donna di Lanciano ha avviato una raccolta firme nel San Stefar. «Purtroppo i centri di riabilitazione accreditati dalla Regione hanno a disposizione solo liste di attesa», è scritto in una parte della petizione, «non possiamo tacere di fronte a una gestione della sanità pubblica che nega le cure a chi ne ha bisogno dietro al solita frase non ci sono fondi. Facciamo sentire la nostra voce».

Teresa Di Rocco

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