Villanova di Cepagatti, imprenditore si toglie la vita per la crisi

24 Marzo 2012

A 44 anni trovato morto nella sua ditta di Villanova: doveva chiudere a causa dei debiti

CEPAGATTI. Le ditte che non l'avrebbero pagato, l'affitto del capannone che sarebbe stato troppo caro, i dipendenti da pagare, i debiti, la famiglia da mantenere: una spirale da cui un piccolo imprenditore originario di Chieti non è riuscito a riemergere togliendosi la vita per la crisi economica.

Quando gli operai, intorno alle 7, hanno aperto l'azienda sulla Nazionale Adriatica di Villanova di Cepagatti hanno trovato il corpo senza vita del titolare, E.F. di 44 anni, che da qualche mese si era trasferito a Villanova per aprire la ditta Aria che lavorava il legno per ricavarne fioriere, tettoie, arredi per il giardino. Sconvolti, i dipendenti hanno dato l'allarme, hanno avvertito l'altro socio e, sul posto, si sono precipitati i soccorsi, tre pattuglie dei carabinieri, quelle della stazione di Cepagatti di Vincenzo Volpe e quelle del comando provinciale del capitano Claudio Scarponi. L'arrivo del medico legale non ha potuto far altro che confermare il decesso e il pm Barbara Del Bono ha disposto la restituzione della salma alla famiglia.

Giovedì, l'imprenditore aveva iniziato a smantellare quel capannone dove lavorava il legno e dove, nella parte antistante, vendeva gli oggetti in uno show-room. Una piccola ditta vicino all'autostrada, al centro agroalimentare di Cepagatti e confinante con una villetta: è ai vicini che i due operai, sempre originari di Chieti, avevano confidato che l'azienda non riusciva più ad andare avanti e che quello sarebbe stato l'ultimo giorno di lavoro.

«Noi andiamo via da qui, volete comprare qualcosa?», hanno detto gli operai alla famiglia confinante che, invogliata, è andata nell'azienda per vedere una fioriera che, poi, ha preferito non comprare. L'imprenditore sarebbe tornato a Chieti scalo, dove aveva un'altra ditta insieme al fratello, e dove viveva con la famiglia, la convivente e un figlio piccolo.

«Una persona riservata», ricordano i vicini, «una bravissima persona», aggiunge Angelo Faieta, l'ingegnere che stava lavorando a un parcheggio comunale nelle vicinanze della ditta Aria. «C'è da rimanere atterriti se le motivazioni che hanno spinto l'uomo a togliersi la vita sono di tipo economico», dice Graziano Di Costanzo della Cna. «Nel Nord, purtroppo, si sono già registrati diversi episodi di questo tipo: nulla vale il prezzo che quest'uomo ha pagato».

Profondo sconforto e cordoglio arriva anche dal sindaco di Cepagatti Francesco Cola: «La sua fama era quella di un gran lavoratore e di una bravissima persona. Con quella ditta, aveva realizzato un lavoro eccellente trasformando un capannone abbandonato in un progetto per Cepagatti».

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