Villette bifamiliari senza fogne Il Comune ordina la demolizione

San Vito, la scoperta dopo i continui allagamenti delle case costate da 200 a 300 mila euro Esposto del sindaco in Procura: «Il privato deve realizzare quanto è previsto nel progetto»

SAN VITO CHIETINO. È finita in un’ordinanza comunale di demolizione di alcune opere e in un fascicolo alla Procura l’odissea del complesso edilizio Borgo di Gualdo, un signorile gruppo di fabbricati consistente in una palazzina e diverse villette a schiera, costruito dal 2006 in località San Rocco Vecchio, nei pressi del cimitero. Dopo una serie infinita di allagamenti e disagi subiti da una trentina di famiglie, è venuto fuori che la costruzione, che voleva ricordare i borghi antichi umbri coi tetti in legno, non ha l’allaccio fognario. Garage e seminterrati si allagavano, e continuano ad allagarsi, ogni volta che c’è un acquazzone di media o grossa portata. E il rigurgito delle fognature, sottodimensionate, finisce direttamente nelle case di Borgo di Gualdo. Lo stesso sindaco, Rocco Catenaro, che ha visto le numerose perizie fotografiche degli inviperiti condomini, ha parlato di «immagini sconcertanti».

Il complesso fu autorizzato nel 2006 sotto forma di convenzione con il Comune. Al privato - la ditta Polycenter srl, la stessa finita nell’inchiesta per la realizzazione del residence Caletta Turchino - il Comune ha trasferito la realizzazione delle opere primarie, come, ad esempio, le fogne, così come prevede la legge in questo genere di convenzioni. Si è scoperto, invece, che non solo le fognature non sono state realizzate, ma che l’intero sistema delle acque bianche e delle acque nere è stato allacciato a una fogna esistente, già sottodimensionata. Fin dai primi mesi di abitazione degli appartamenti e delle villette è venuto fuori il disagio degli allagamenti che si sono ripetuti fino a quest’inverno, tanto che il condominio si è rivolto a un legale e ha richiesto un accertamento tecnico preventivo (Atp). E pensare che i prestigiosi appartamenti sono costati anche caro: secondo alcune testimonianze si andrebbe dai 200mila euro per alcune tipologie residenziali ai 300mila euro per le villette bifamiliari. Ma non tutte le abitazioni sono state vendute.

L’ordinanza comunale porta la data del 17 aprile. Dopo alcune verifiche si è scoperto che «sono stati modificati i tracciati di alcuni tratti delle reti idrica e fognaria, sono stati realizzati dei pozzi profondi a perdere non previsti negli elaborati progettuali e allacciate alla fognatura pubblica sia la rete delle acque bianche e sia quella delle acque nere». L’allaccio non è stato autorizzato nè dal Comune, nè dalla Sasi. La ditta Polycenter srl e il direttore dei lavori hanno 90 giorni per demolire e ripristinare le opere abusive.

Intanto sulla questione indaga anche la Procura che ha aperto un fascicolo. «Abbiamo fatto un esposto», dice il sindaco Catenaro, «per verificare di chi sono le responsabilità per questa situazione e stabilire chi doveva vigilare sui lavori. Quanto all'ordinanza, il privato deve realizzare tutto quello che era previsto dal progetto sottoscritto dal Comune altrimenti faremo escussione della polizza assicurativa e realizzeremo le opere a nostre spese chiedendo i danni».

Daria De Laurentiis

©RIPRODUZIONE RISERVATA