Violenza sessuale su un sottoposto, carabiniere condannato a 2 anni: «Mi ha toccato mentre stavamo vedendo un film»

4 Giugno 2025

Il comandante di una stazione riconosciuto colpevole per le molestie verso un giovane militare. La denuncia choc: i fatti sarebbero avvenuti nell’alloggio della caserma

VASTO. Un maresciallo dei carabinieri, all’epoca dei fatti comandante di una stazione del Vastese, è stato condannato a due anni di reclusione per violenza sessuale nei confronti di un sottoposto. La sentenza è stata pronunciata ieri pomeriggio dal tribunale. Il pubblico ministero Vincenzo Chirico aveva chiesto due anni e otto mesi. Sull’episodio, che risale al 26 settembre 2023, ha indagato la stessa Arma, che ha immediatamente informato sia la procura ordinaria che quella militare. Il sottufficiale riconosciuto colpevole è stato trasferito in altra sede, fuori Abruzzo, già poco dopo la denuncia, in attesa dell’esito del procedimento penale. Non indichiamo il nome dell’imputato, né la località precisa in cui sono avvenuti i fatti, con l’unica finalità di tutelare l’identità della vittima, un giovane carabiniere.

Secondo l’accusa, il maresciallo – abusando dell’autorità rivestita in qualità di comandante di stazione – ha costretto un suo carabiniere a subire atti sessuali. L’episodio, sempre in base alle contestazioni, si è verificato in una porzione della caserma in cui si trovano gli alloggi per il pernottamento dei militari. In particolare, nel corso della visione di un film, il comandante è accusato di aver appoggiato la testa sul torace del giovane carabiniere, quindi di essersi avvicinato con il suo corpo; «a fronte del netto rifiuto della persona offesa», recita il capo d’accusa, l’imputato «infilava in modo repentino la mano all’interno del pantaloncino indossato dal sottoposto, così toccando volutamente la sua zona genitale».

La procura ha contestato l’aggravante «di aver profittato di circostanze di tempo e di luogo tali da ostacolare la pubblica e privata difesa, in quanto i fatti avvenivano all’interno dei locali della caserma dedicati al pernottamento», peraltro quando «non era presente nessuno» e «in piena notte». Dopo il fatto, il carabiniere abusato ha riferito tutto prima a un maresciallo di sua conoscenza e, successivamente, al comandante della compagnia dalla quale dipende la stazione. A quel punto il caso è arrivato sul tavolo del pm. La vittima, un ragazzo originario di fuori regione, assistito dall’avvocato Diana Peschi, ha formalizzato una querela nei confronti del maresciallo. Fin qui, la ricostruzione delle prime fasi dell’inchiesta.

Secondo il pm, nel corso del dibattimento, sono emersi con chiarezza elementi tali da provare la responsabilità dell’imputato, come sottolineato anche dal legale di parte civile durante la discussione di ieri pomeriggio. In base alla tesi difensiva, rappresentata dall’avvocato Gianni Falconi, quegli abusi non sono mai avvenuti. L’ex comandante, al quale sono stati concessi i benefici della pena sospesa e della non menzione, dovrà risarcire la vittima in separata sede. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro quindici giorni. È scontato il ricorso in appello da parte dell’imputato.

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