Violenze sessuali su tre nipoti: il giudice caccia il nonno da Chieti
Divieto di dimora in città e braccialetto elettronico per il 60enne. Il pm aveva chiesto il carcere
CHIETI. Il giudice Maurizio Sacco caccia da Chieti un nonno accusato di violenza sessuale aggravata su tre nipoti, una bambina di 11 anni, la sorella di 13 e il cugino della stessa età. L’indagato, un sessantenne teatino, di cui non indichiamo il nome con l’unica finalità di tutelare l’identità delle vittime, è stato sottoposto alle misure cautelari del divieto di dimora in città e dell’obbligo di rimanere ad almeno cinquecento metri di distanza dai ragazzini; contestualmente, è stata disposta l’applicazione del braccialetto elettronico (non appena sarà disponibile). Il pubblico ministero Marika Ponziani, considerando la gravità estrema degli episodi e il pericolo che l’uomo possa tornare a commettere reati simili, aveva chiesto il carcere.
I RACCONTI CHOC
Per riepilogare la vicenda, sulla quale hanno indagato i carabinieri, bisogna tornare indietro allo scorso gennaio. Roberta (questo e gli altri nomi delle vittime sono naturalmente di fantasia), 11 anni, una sera rientra a casa sconvolta dopo un pomeriggio trascorso con il nonno paterno. La ragazzina si chiude subito in camera sua mentre il sessantenne, apparentemente molto nervoso e con vistosi graffi sul volto, dopo averla affidata ai genitori, si allontana rapidamente, senza riferire nulla. Roberta, incalzata dalla madre, scoppia a piangere e racconta che il nonno, dopo averla fatta salire in macchina con il pretesto di accompagnarla a vedere dei cuccioli di cane, in realtà si era diretto in una zona buia e isolata. E qui, minacciandola, l’aveva costretta a subire atti sessuali. L’undicenne, sempre piangendo, riferisce che il nonno l’aveva poi esortata a mantenere quello che lui definiva il loro «piccolo segreto», ammonendola che – qualora lei avesse parlato – lui avrebbe passato «un sacco di guai». La ragazzina spiega che il nonno le aveva sottratto il telefonino (non più ritrovato) e che l’aveva minacciata, anche con l’uso di un coltellino, di lasciarla al buio, in aperta campagna, qualora non avesse acconsentito alle sue richieste. Poco dopo le parole choc di Roberta, anche la sorella Maria scoppia in lacrime e racconta di aver subito più volte abusi sessuali dal nonno.
ACCUSE CONFERMATE IN AULA
Dopo la denuncia presentata ai carabinieri dai genitori delle ragazzine, il pm chiede e ottiene l’incidente probatorio, vale a dire lo strumento processuale per cristallizzare le prove, da utilizzare poi durante l’eventuale dibattimento, che l’incedere del tempo e il mutare di circostanze e persone potrebbero mettere a rischio. Fatto sta che le due vittime, assistite dagli avvocati Marco Femminella e Danila Solinas, davanti al giudice rendono dichiarazioni estremamente dettagliate, chiarendo e circostanziando gli abusi dei quali sono state vittime. A distanza di qualche mese, ovvero lo scorso ottobre, vengono a galla le turpi attenzioni nei confronti di un terzo nipote, che chiameremo Luca.
L’ALTRA DENUNCIA
La madre si presenta in caserma e mette a verbale: «Ieri, parlando del nonno, mio figlio Luca si è stranito. Sono a conoscenza, attraverso i miei cognati, che quell’uomo si è reso responsabile di molestie sessuali nei confronti delle altre due nipoti e, per questa ragione, davanti al comportamento di Luca, mi sono insospettita. A quel punto ho chiesto a tutti i miei figli se avessero subito atteggiamenti strani da parte del nonno. All’inizio Luca ha risposto negativamente; poi, però, all’improvviso, mi ha guardato e mi ha detto: “Mo’ dico la verità, ma per cortesia non fare le commedie a modo tuo”». La donna è rimasta sotto choc di fronte al successivo racconto. «Luca», prosegue davanti ai militari, «mi ha riferito di un episodio avvenuto nell’estate del 2023, quando si trovava a casa del nonno, insieme alle sue cugine, le stesse bambine poi vittime di molestie. Mio figlio mi ha detto che era in camera da letto, in dormiveglia e in piena notte, quando il nonno è entrato all’improvviso e si è avvicinato a lui, costringendolo a subire atti sessuali». Luca, per mettere fine all’incubo, ha aperto gli occhi per far comprende al sessantenne di essersi svegliato. «Solo allora», ha chiuso la donna, «il nonno, in stato di agitazione, ha iniziato a correre e si è allontanato verso la cucina».
«può colpire ancora»
Anche Luca, assistito dall’avvocato Gabriele Torello, conferma tutto nel corso dell’incidente probatorio. A distanza di pochi giorni, il pm decide di chiedere il carcere per il nonno. «Le circostanze», scrive il giudice Sacco, «integrano un chiaro, univoco e attuale segnale di rischio di reiterazione delle condotte. Quanto esposto potrebbe certamente orientare la scelta della misura verso quella della custodia cautelare in carcere». Al tempo stesso, però, sempre secondo il giudice, «l’indagato ha indirizzato le sue condotte abusanti verso i giovani membri della sua famiglia», dunque «risulta idoneo a soddisfare le esigenze cautelari» il divieto di dimora a Chieti. Ieri, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, difeso dall’avvocato Barbara Rapino, il sessantenne si è professato innocente.
©RIPRODUZIONE RISERVATA