Comunicato Stampa: “Pietre bianche. Romano Guardini: ‘Che l'uomo apra alla donna la strada...’”

(Arv) Venezia 29 mag. 2025 -Il Presidente del Consiglio VenetoRoberto Ciambettiha presentato questa mattina a Venezia, nella sala stampa di palazzo Ferro Fini, sede dell’assemblea legislativa regionale, il libro diGiuliana Fabris“Pietre bianche. Romano Guardini: «Che l'uomo apra alla donna la strada...»”, San Paolo Edizioni, presente conNatale Benazziche ha portato i saluti del direttore don Simone Bruno. L’autrice, laureata in psicologia e in scienze religiose, ha operato come psicoterapeuta in diversi ambiti ed è cultrice di filosofia; dal 2009 cura la cattedra Romano Guardini presso l’ex ISSR Santa Maria di Monte Berico ed è coordinatrice scientifica presso il Centro Studi Romano Guardini di Isola Vicentina, dedicato a uno dei filosofi e teologi cattolici più significativi del XX secolo, docente di Dogmatica cattolica a Bonn e Breslau, dal 1923 titolare della cattedra di Filosofia della religione e di Weltanschauung cattolica a Berlino, Tubinga e infine Monaco, dove morì nel 1968.
“Un volume - ha sottolineato il Presidente Ciambetti - che ci accompagna al cuore di una domanda antica quanto l’umanità: che cosa significa essere uomo e donna? Il libro di Giuliana Fabris semina parole che sono segnavia capaci di orientare in un paesaggio sociale spesso abbagliato da slogan e contrapposizioni sterili e riprende un’intuizione di Edith Stein: maschile e femminile non sono meri dati biologici, ma due forme originarie dell’essere. Guardini le definiva una “struttura cognitiva di base” senza la quale la conoscenza resta incompleta. In altre parole, non vi è piena verità che non scaturisca dal dialogo fra queste due voci”.
“Ho scritto questo volume - ha ricordato l’autrice - sotto la spinta delle riflessioni sorte a seguito dell’omicidio di Giulia Cecchettin, ma il tema centrale dell’opera non è la violenza di genere o il femminicidio, bensì l’urgenza di osservare l’umano nella duplice forma maschile e femminile, sulla scorta delle riflessioni proposte da un teologo e filosofo come Romano Guardini, in particolare in un’epoca, la nostra, dove rischia di mancare la possibilità di mediare le emozioni. Fondamentale, in questo senso, il ruolo del linguaggio, sulla scorta anche delle prime parole di Papa Leone XIV, che ha invitato a disarmare le parole, ovvero, in qualche modo, a purificare il nostro parlare: le parole sono ponti ed è necessario riproporre una serie cultura delle parole. Ed è anche un invito all’apertura e al recupero, da parte della Chiesa, di un ruolo che essa ha già avuto nel corso dei secoli: pensiamo al Vangelo e alla sua portata rivoluzionaria dal punto di vista letterario perché mette in primo piano la povera gente, messa sullo sfondo dalla letteratura classica, un’operazione fatta a secoli di distanza da Alessandro Manzoni. Da qui inizia un ragionamento sulla donna nell’età contemporanea, per un libro che parla fondamentalmente di relazioni: la narrazione in esso sviluppata ha coerenza e legame logico, ma la speranza è che il volume possa essere uno stimolo al dialogo per gruppi e per laboratori che vogliano confrontarsi sul valore del rapporto tra uomo e donna”.
“Questo libro, nell’ottica delle Edizioni San Paolo che da sempre produce testi che si occupano di formazione spirituale e di riflessione sulla tradizione cristiana e non solo - ha evidenziato Benazzi - occupa uno spazio molto particolare perché tratta del dialogo tra la tradizione e l’oggi: Guardini, figura tradizionale di teologo, da un lato parla moltissimo sull’oggi e dell’oggi e ha delle prospettive quasi profetiche per alcune sue riflessioni, e dall’altro lato parla anche del dialogo perché in questo libro il tema centrale è propriamente la relazione uomo-donna e donna-uomo per la costruzione di una prospettiva che vada oltre le dinamiche concrete di cui oggi si parla tantissimo, ma che rappresentano la punta di un iceberg, come il femminicidio: la relazione donna-uomo e uomo-donna va oltre questo aspetto, ma va lavorata, va costruita e questo libro pone un piccolo mattone per la costruzione di una riflessione futura”.
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