Cannes al rush finale con Alice Rohrwacher e l’attivista Jane Fonda

Per “La Chimera” della regista italiana 13 minuti di applausi Oggi il Palmares: tra i film favoriti Perfect Days di Wenders
CANNES. Vigilia di Palmares al festival di Cannes che con la cerimonia di oggi, madrina Chiara Mastroianni, chiude un’edizione ricca di star hollywoodiane, di grandi anziani maestri – geriatric Croisette c'è chi l'ha ribattezzata – a confronto con i nuovi talenti. Quello di ieri è stato il giorno simbolo di questa linea: La Chimera di Alice Rohrwacher, 41 anni e 4 film, e The Old Oak di Ken Loach, 86 anni, forse il suo ultimo lavoro, premiato nella lunga carriera con due Palme d’oro.
Alla premiere del film italiano accoglienza calorosa e 13 minuti di applausi per questa storia che sfugge ai generi, con protagonista un archeologo inglese (Josh Ò Connor, il principe Carlo di The Crown) che si ritrova ad aiutare una sgangherata banda di tombaroli etruschi degli anni Ottanta che rivendono ai ricettatori i loro preziosi reperti millenari. Un non-eroe romantico che soffre per amore di Beniamina che non c’è più, ma che lui continua a cercare per far contenta la madre di lei, la svampita aristocratica Flora (Isabella Rossellini). «Il mondo dell’al di qua e quello dell’al di là, il sopra e il sotto, e poi il mistero dell’invisibile e il rapporto con l’universale», ha raccontato la regista per il cui lavoro stravede il delegato del festival Thierry Fremaux.
Accenni comici, magia, tensione, la musica dei cantastorie, il caravanserraglio circense, la poesia della natura, La Chimera sfugge ai generi. «Il cinema è libertà. Volevo fare», ha detto con grande passione la regista, «un film libero da tutte queste catene della narrazione dettate dalle piattaforme e che ormai hanno contagiato tutti. Il cinema non ha ganci, deve incantarti, ammaliarti, farti riflettere ma», ha proseguito, «non deve farti aspettare il secondo episodio. In questa terra di libertà che è il cinema ho immaginato una storia locale – i tombaroli tra Lazio, Umbria, Toscana negli anni '80 – e scelto un cast anche internazionale perché penso che abbiamo bisogno dello sguardo dello straniero, in omaggio al mito del Grand Tour, della fascinazione del Nord Europa per il Mediterraneo e la sua antichità».
Il secondo film di ieri e ultimo del concorso è The Old Oak, storia potente e attuale su cosa accade in un villaggio del Nord-Est dell'Inghilterra post Brexit e in crisi economica e sociale quando un gruppo di profughi siriani, con donne e bambini, viene mandato lì dalle organizzazioni di aiuto. Loach diventerà il primo regista a vincere per la terza volta una Palma d’oro? Se non altro per la tenacia di questo testimone spietato del nostro tempo, paladino del cinema del reale che non ha mai smesso di parlare di solidarietà e resistenza.
Quanto ai rumors sul Palmares si basano sull’accoglienza di stampa e critici come sempre, e non è detto che si trasformino in premi. Tra i favoriti Les Feuilles Mortes di Aki Kaurismaki, The Zone of Interest di Jonathan Glazer, Perfect Days di Wim Wenders, Anatomie d’une chute di Justine Triet, ma anche il documentario sui laboratori tessili in Cina Jeanusse di Wang Bing, Jude Law – Enrico VIII di Firebrand, Sandra Huller protagonista di Glazer e Triet, Club Zero di Jessica Hausner. Una previsione difficile per i tanti bei film della selezione di quest’anno.
E poi c’è Jane Fonda: un incontro di un’ora e mezza con l’85enne attrice che ha incantato la platea per il suo fascino e la sua capacità di essere connessa con il suo tempo. Qual è il suo segreto?. «Anni fa», ha risposto, «avevo fatto un intervento di chirurgia plastica, non che fossi soddisfatta, poi ho un truccatore bravissimo che fa miracoli, dormo bene e a lungo, mangio sano, faccio sport ma la ricetta è un’altra: io sono curiosa, è quello che mi fa stare così bene».
Fonda, due Oscar nella sua lunga carriera, uno nel 1972 per Una squillo per l’ispettore Klute e un altro nel 1979 per Tornando a casa, è nel festival di Cannes ultima di una parata di anziani sveglissimi: dopo Michael Douglas (78), Harrison Ford (80), Martin Scorsese (80), Robert De Niro (79), Ken Loach (86), Marco Bellocchio (83) Wim Wenders (77), si chiude alla grande con lei. Ha parlato di Barbarella, degli amori sul set, del Vietnam, del femminismo, dell’attivismo, del clima, del MeToo e di tanto altro. Cosa caratterizza la sua vita? «L’attivismo, è questo che ha dato e dà un senso alla mia vita, non certo Hollywood. Prima la lotta contro la guerra in Vietnam, il pacifismo, ora il cambiamento climatico», ha detto l'attrice da anni con Greenpeace.