Cascella oltre il tempo, successo per la mostra in Spagna: troppe visite, sarà prorogata

8 Ottobre 2025

A Madrid i dipinti parlano con l’intelligenza artificiale. L’esposizione sulla famiglia d’arte da cinque generazioni piace al pubblico e, pertanto, non chiuderà l’8 novembre

MADRID. La prima rampa di scale, all’Istituto italiano di cultura a Madrid, finisce contro uno specchio che proietta la magnificenza del palazzo dai muri gialli; al centro dell’immagine riflessa spunta già il segno di Pietro Cascella, lo stesso della Nave nel centro di Pescara, un’opera diventata parte integrante del paesaggio della città. “Senza titolo” è il primo contatto con la mostra “La famiglia Cascella. Oltre il tempo” che suggella un legame d’arte tra l’Abruzzo delle origini e Madrid. E la mostra, che dal passato dei dipinti si allunga fino all’intelligenza artificiale del tempo presente, non chiuderà l’8 novembre come inizialmente previsto: il successo dei Cascella, in Spagna, è così forte che l’esposizione sarà prorogata. Lo conferma Elena Fontanella, direttrice dell’Istituto di cultura: «A breve sarà pronto il catalogo della mostra curato dalla Treccani e, in occasione della presentazione, annuncerò la data precisa». Del resto, anche per El Pais, il quotidiano più letto in Spagna, la mostra sui Cascella è tra quelle consigliate. “Bellissima mostra”, conferma un messaggio lasciato sul registro all’ingresso.

La cultura è un altro dei piani su cui si poggia il patto Abruzzo-Madrid con “Radici e rotte”, sei mesi di appuntamenti organizzati dal consiglio regionale e dell’associazione Casa Abruzzo con l’ambasciata italiana. «L’importanza della cultura ce la insegna la nostra tradizione dei grandi papi», spiega Fontanella, «loro erano i primi ambasciatori, quando portavano all’estero i pittori. Quindi, lo scambio tra i pittori e gli artisti in generale, ma non solo nel Rinascimento, anche nell’età medievale, era fondamentale perché si trasferiva il meglio che c’era in un territorio, non soltanto in termini di grandezza di un territorio, ma anche di spirito territoriale. Quindi», continua la direttrice, «credo che quando si riesce a portare una realtà espositiva, come questa dei Cascella, che in qualche modo non rappresenta solo un quadro ma rappresenta una generazione di autori che si sviluppano sempre sullo stesso territorio guardando però alle avanguardie di tutto il resto dell’Europa e si alimentano, al contempo si alimenta anche l’importanza di un territorio».

Già nel 1932, un pezzo del giornale Roma diceva: «I Cascella... nei quali l’amore della bellezza sembra propagarsi dall’uno all’altro con la implacabilità di una legge fatale». Da allora, sono passati 93 anni e la caratteristica dei Cascella non è cambiata: “Cinque generazioni, un’unica voce”, recita il sottotitolo della mostra, curata da Guicciardo Sassoli de’ Bianchi Strozzi. Alessandra Picone, referente del settore mostre dell’Istituto di cultura, lo sa: si muove nelle sale e racconta la storia inimitabile dei Cascella che non finisce mai: «Un fiume che scorre da più di 150 anni, attraversando linguaggi, epoche e forme senza mai smarrire la sua sorgente punto da Pescara a Roma, dall’Abruzzo al mondo, ogni opera e memoria che si trasforma in visione: pittura, scultura, ceramica, poesia, fotografia e linguaggi digitali si intrecciano come in una partitura corale».

A Madrid le opere dei vecchi Cascella dialogano con quelle dei nuovi che raccontano le inquietudini di oggi fino alle lacrime: Matteo Basilè punta su intelligenza artificiale e realtà aumentata e Davide Sebastian estrapola stati d’animo con i suoi video. «La cosa che mi colpisce», osserva Fontanella, «sulla quale credo veramente che dovrebbe essere fatto uno studio perché non esiste un caso analogo, né in Italia né all’estero, è la formazione di una catena artistico-artigianale che nasce dalle grandi esposizioni universali della fine dell’Ottocento. Tutto questo porta in terra d’Abruzzo una specie di sommovimento culturale, dove alcune tendenze vengono riportate dall’Europa attraverso la famiglia Cascella e viceversa. La cosa particolare è che questa famiglia si consolida nel tempo, ma non attraverso un’unica forma d’arte: ogni artista segue una particolare tendenza della sua epoca. Basti guardare gli ultimi Cascella, come Matteo Basilè, che si cimenta nell’intelligenza artificiale, oppure i Cascella che si sono cimentati nella scultura, nella grande scultura o nei mobili e nei tessuti. Quindi ognuno sceglie un proprio strumento».

Dai primi appuntamenti legati allo scorso 2 giugno, l’attività dell’Istituto italiano di cultura ruota intorno all’Abruzzo: «Chiuderemo l’anno con una dedica a Gabriele d’Annunzio in occasione della 25ª Settimana della lingua italiana e lo faremo con uno spettacolo di Andrea Maria Andreoli e anche mio che è “Più che l’amore”: si racconta l’ultimo carteggio tra Eleonora Duse e d’Annunzio, fatto a Milano in un momento tormentato per d’Annunzio. E poi ci sarà un’elaborazione teatrale di Edoardo Sylos Labini, verrà proiettato il film “Duse” e, per la presentazione, verrà anche Giordano Bruno Guerri insieme al regista Pietro Marcello. Poi», chiosa la direttrice, «si concluderà il Festival del Cinema, la 18ª edizione, e speriamo di realizzare qualcosa con la Regione Abruzzo».

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