La Notte delle streghe e Castel del Monte (foto d'archivio)

SPETTACOLI

Castel del Monte tra poesia, tradizione e Notte delle streghe

Nello storico borgo la mostra sugli intagliatori e i poeti dalla fine del 1800 e la manifestazione sulla credenza popolare

CASTEL DEL MONTE. Il borgo tra poesia, tradizioni e Notte delle streghe. Il centro storico di Castel del Monte condivide l'estate con i turisti che solitamente lo affollano.

L’arte lignea e la poesia è di scena nel centro storico (via Centrale, zona Codacchio, tutti i pomeriggi dalle ore 16 alle 19) grazie alla mostra sugli intagliatori e i poeti dalla fine del 1800 ad oggi organizzata dall’associazione “Gli Amici della Baronia”, Gabrielle Petitdemonge e Angelo Birolo. Un viaggio tra i monti di Castel del Monte.
Nella mostra sono esposti oggetti di legno intagliato e quadri d’intarsio, accompagnate da un sottofondo sonoro di poesie recitate: "In una società mossa dalla sopravvivenza, affiora l’opera di creazione e la ricerca del bello. Voci solitarie dove il sentire è di pura elevazione. Una mediazione per affrontare l’enorme fatica del vivere".

I poeti sono: Mario Berardi, Francesco Giuliani, Nicolino Dante,Alfredo Giuliani, Domenico Pezza, Vincenzo Vespa, Milady Pezza
Le poesie lette da Simone Agostini sono state adattate dal supporto tecnico di Enzo Sprecacenere (grafica e locandina di Marco Cinti).

Giovedì 17 e venerdì 18 agosto nello storico borgo torna La Notte delle streghe, manifestazione giunta alla XXVI edizione, la cui regia quest’anno è stata affidata per la prima volta a Marcello Sacerdote, attore, contastorie, musicista popolare e direttore artistico di Cuntaterra.

La Notte delle streghe - ru rite de' re sette sporte, è la trasposizione teatrale di un antichissimo rito che si è svolto fino agli anni '50 del 900 esclusivamente a Castel del Monte. Questo rito serviva a esorcizzare la paura delle streghe, che secondo la credenza aggredivano i bambini appena nati e ne "succhiavano" le energie vitali, talvolta fino a ucciderli. Da questa antica credenza, nel 1996 è nato lo spettacolo teatrale itinerante che si svolge ogni anno, il 17 agosto.

Il nome di questo rito si rifà direttamente alle modalità di svolgimento. Esso infatti consisteva nel vegliare il bambino malato per nove notti consecutive, dopo le quali venivano presi i suoi panni e portati in muta processione lungo le vie del paese. La mamma del bambino, la comare di battesimo e altre donne, parenti e vicine di casa fidate, passavano di notte e in totale silenzio sotto sette sporti del borgo antico, attraversati i quali giungevano ad un crocevia dove si battevano con forza i panni del bambino e infine venivano bruciati. Così si credeva di esorcizzare il male, scacciare la strega che stava succhiando il bambino e guarirlo.

Questo rito si è tramandato oralmente per secoli ed esistono poche fonti documentarie certe. Una delle poche testimonianze scritte è riportata da Francesco Giuliani, poeta pastore che alla sua vita solitaria di pastore associava una grande passione per libri e letteratura. Nei suoi scritti si trovano numerosi accenni al "rito de' re sette sporte", ma soprattutto alle condizioni di vita precarie del tempo, vera causa della malattia che coglieva i bambini piccoli, succubi della miseria e delle scarse condizioni igieniche.