Cetto, Drastico, Epifanio... Le maschere di Albanese sul palcoscenico di Pescara
L’attore e regista premio Flaiano al teatro Massimo con “Personaggi” una galleria di anti-eroi grotteschi, irriverenti, divertenti, amatissimi
PESCARA. Lo scorso luglio ha ricevuto a Pescara il Premio Flaiano per la Miglior regia per il film “Cento domeniche”, che ha interpretato oltre che diretto. Una pellicola «necessaria, che racconta un’ingiustizia. Una storia immensa di una crudeltà impressionante. Non è un film contro le banche, ma che racconta quello che può succedere se qualcuna di loro sbaglia». È ormai abruzzese di adozione, Antonio Albanese, che questa sera e domani, dalle ore 21, tornerà in città per salire sul palco del teatro Massimo, da dove divertirà il pubblico con i suoi “Personaggi”, nell’ambito della stagione della Patagonia Pictures.
Lo spettacolo – regia di Giampiero Solari con testi di Albanese, Michele Serra, Piero Guerrera e Solari – riunisce alcuni tra i celebri volti creati dall’amatissimo attore, regista e sceneggiatore di Olginate (Lecco): dal politico corrotto Cetto La Qualunque al fannullone Alex Drastico, passando per il timido Epifanio Gilardi e i suoi sogni internazionali, il Sommelier, il Ministro della Paura, l’ingegner Ivo Perego, quest’ultimo ispirato allo stereotipo dell’industriale del Nord che pensa solo al lavoro. Maschere intramontabili attraverso le quali l’attore porta sulle scene un’autentica galleria di anti-eroi, grottesca e irriverente. Il sipario si apre e davanti al pubblico iniziano a sfilare – come si legge nella presentazione – «uomini del Sud e del Nord, uomini alti e bassi, grassi e magri, ricchi e poveri, ottimisti e qualunquisti», specchio «di una realtà guardata con occhio attento a carpirne i difetti, le abitudini e i tic». Volti che «svelano un mondo fatto di ossessioni, paure, deliri di onnipotenza e scorciatoie, ma dove alla fine anche la poesia trova posto». Personaggi entrati nel cuore degli italiani, alcuni dei quali sono sbarcati anche sul grande schermo. Come Cetto La Qualunque, protagonista dei film “Qualunquemente”, “Tutto tutto niente niente” e “Cetto c’è, senzadubbiemente”. «Vorrei che dopo un mio spettacolo tutti si sentissero un po' meno soli, un po’ più allegri, un po’ più forti, vorrei abbracciarli tutti» il commento di Albanese. «La risata è un abbraccio, un bisogno che ci sarà sempre». Un vero fuoriclasse, l’attore di Olginate, che spazia con talento dalla comicità al dramma. Esordisce come attore di cabaret. Indimenticabile nella trasmissione “Mai dire Gol!”, condotta dalla Gialappa’s Band. Risale al 1996 il primo film da lui diretto e interpretato, “Uomo d’acqua dolce”. Di recente, lo abbiamo visto sul grande schermo in un film tutto abruzzese: “Un mondo a parte”, diretto da Riccardo Milani, altro affezionatissimo alla nostra regione. Antonio Albanese ha vestito i panni del maestro elementare Michele Cortese, che abbandona la Capitale per cambiare vita, scegliendo di andare a insegnare nella scuola di Rupe, immaginario paesino nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, dove esiste un’unica pluriclasse. Nel cast anche Virginia Raffaele. È stato diretto da Milani anche “Grazie ragazzi” (2023), film ricco di sfumature in cui si ride, si riflette e ci si commuove. Remake di “Un triomphe” di Emmanuel Courcol, tratto dal documentario “Les Prisonniers de Beckett” di Michka Saal, racconta dell’attore ormai non più sulla cresta dell'onda Antonio Cerami – interpretato da Albanese – che si ritrova a tenere un laboratorio teatrale in carcere; Antonio sceglie di coinvolgere i detenuti nella messa in scena del capolavoro di Beckett, “Aspettando Godot”. Un film sul potere salvifico della cultura e del teatro. Una magia che si rinnova ogni volta che si apre il sipario.