Gigi Proietti, 80 anni

ROMA

Gigi Proietti è morto, oggi avrebbe compiuto 80 anni

L'attore era stato ricoverato in terapia intensiva in clinica a causa di problemi cardiaci. Il ricordo in Abruzzo, richiesta l'intitolazione di una sala del teatro dell'Aquila

ROMA. A Gigi Proietti non è riuscita l'ultima "mandrakata" (come nel film Febbre da cavallo), il popolare, istrionico attore romano è morto dopo che ieri sera era stato ricoverato in gravi condizioni nel reparto di terapia intensiva di una nota clinica per problemi cardiaci.

La famiglia ha voluto mantenere il massimo riserbo riguardo alle condizioni di salute del popolare attore, che proprio oggi 2 novembre avrebbe compiuto 80 anni.

In Abruzzo Gigi Proietti ha rivestito anche il ruolo di presidente del teatro stabile regionale. A Pescara nel 1993 gli fu consegnato il Premio Flaiano per la miglior interpretazione nel film "Un figlio a metà" e poi nel 2000 sezione teatro, per l'interpretazione "I dialoghi di Platone".

Brillante, un portento sul palcoscenico, capace di riuscire a portare ad un suo spettacolo, come con "A me gli occhi", in tour nei teatri di mezza Italia, centinaia di migliaia di spettatori. Il bilancio della carriera dell’artista, nel giorno dei suoi 80 anni, può dirsi più che prospero, frutto di anni di grande impegno e sacrifici. Alzi la mano chi una volta nella vita non abbia riso fino alle lacrime nell’ascoltare la barzelletta "der cavaliere nero e der cavaliere bianco"; lo faccia allo stesso modo chi abbia tentato (senza fallire) di ripetere la battuta del whisky maschio senza rischio da Febbre da cavallo; e ci provi pure chi abbia (anche timidamente) abbozzato l’urlo liberatorio di Rocky tumefatto in volto che a squarciagola chiama la sua Adriana. Questi tre elementi raccontano (assieme a tanti altri) dell’arte di Gigi Proietti: attore capace di fare venire giù un teatro con una semplice barzelletta, interprete del grande schermo dai tempi perfetti, e pure doppiatore in pellicole hollywoodiane.

La bio di Proietti Luigi (in arte Gigi), nato a Roma il 2 novembre del 1940 è lunghissima. Oltretutto l’elenco delle sue "declinazioni artistiche" non è per nulla conciso: attore, cabarettista, comico, doppiatore, regista, insegnante di recitazione, conduttore televisivo, talent scout.

IL RICORDO IN ABRUZZO.

Al presidente della giunta regionale Marco Marsilio e al sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi è stata inviata la richiesta di intitolare a Proietti uno spazio del Teatro comunale dell'Aquila. La richiesta è del consigliere regionale pd Pierpaolo Pietrucci, della deputata pd Stefania Pezzopane e del consigliere comunale sempre pd Stefano Palumbo.

Tanti i ricordi indelebili, gli insegnamenti che Proietti ha lasciato a tutti i collaboratori del TSA che oggi, con grande dolore, lo piangono. Così il presidente del TSA Pietrangelo Buttafuoco: "Guai a rinchiudere la storia e l'arte di Gigi Proietti nel pittoresco, in lui c'è lo stigma di Shakespeare, la sua macchina attoriale ha costruito l'avanguardia e ha reso eterna la fatica di Tespi. Il successo di popolo non può essere risolto in un facile consumo pop, piuttosto in un capitolo, quello del senso antico della voce. La sua eredità è il nutrimento del Teatro Stabile d'Abruzzo".

"Attore di teatro, cinema, televisione, doppiatore e comico di rango all'occorrenza, ma sopratutto un uomo di cultura, caratteristica che emergeva dall'enorme presenza scenica che possedeva", lo ricorda Carla Tiboni, presidente Premi Internazionali Flaiano. Che aggoiunge: "Quando salì sul palco per ritirare il Premio vi fu una standing ovation del pubblico, spontanea ed immediata a conferma di quanto le persone amassero questo straordinario mattatore. Molti giovani attori, tra cui anche Lino Guanciale, si sono formati alla scuola di Gigi Proietti, un maestro di recitazione che insegnava anche cosa volesse dire fare il mestiere di attore".

"E’ stato un personaggio straordinario, un artista unico nel suo genere per la sua grande capacità di vestire i panni più disparati e di interpretare in maniera inimitabile qualsiasi tipo di ruolo", lo ricorda l'assessore regionale Guido Quintino Liris: "Il suo legame con l’Abruzzo, molto stretto e intenso. In particolare con il Teatro stabile regionale, di cui è stato anche presidente e che ha rappresentato un passaggio fondamentale per la sua maturità professionale".

"Ho avuto per lui una ammirazione sconfinata, sono orgogliosa di averlo conosciuto e di averlo nominato Pesidente del TSA nel 1999, quando ero assessore regionale alla Cultura", afferma Stefania Pezzopane deputata pd: " I primi successi di Proietti arrivano in una cantina adibita a teatro a Prati in cui recitava Brecht, ma poi l’exploit fu soprattutto con lo Stabile dell'Aquila diretto da Antonio Calenda, che lo guida in testi impegnativi di Gombrowicz e di Moravia. Amava L’Aquila e quando veniva, non rinunciava mai alla sua passeggiata ed a salutare gli amici dei suoi primi passi da attore. Stare con lui, anche solo 10 minuti ti dava la carica per sempre".

"La sua encomiabile ironia diventerà un patrimonio della cultura italiana e non solo", afferma il consigliere regionale Mauro Febbo ricordando quando lo conobbe, agli inizi degli anni 2000, in qualità di membro del CdA del Teatro Stabile dell’Aquila :"Da abruzzese sono orgoglioso che anche la mia terra e la Regione Abruzzo abbiano potuto apprezzare e far tesoro delle sue irripetibili qualità artistiche”.