Giò Di Tonno lancia un musical su Santa Rosalia: «Eccomi in versione 2.0, compositore sempre attento alla scrittura»

Il “cantattore” pescarese si racconta a ‘Il Centro': «Io e Di Zio una coppia inscindibile. Lavoriamo insieme da tanti anni, lui è straordinario ad entrare nelle storie»
PESCARA. I palermitani la chiamano affettuosamente “la Santuzza”. Risale al 1624 il ritrovamento delle spoglie di Santa Rosalia, la Patrona della città, cui sono profondamente devoti. Palermo, anche quest’anno, la celebra con un ricco calendario di appuntamenti, che vede tra i protagonisti anche il “cantattore” pescarese Giò Di Tonno. Ad aprire il 400+1 Festino di Santa Rosalia, ieri sera, dopo le celebrazioni religiose, è stato infatti il recital Santa Rosalia - Libera di essere libera, di cui Di Tonno è interprete, nonché autore delle musiche, oltre ad aver curato la direzione artistica.
La storia della Santa, vissuta nel XII secolo, durante la dominazione normanna, ha preso vita sul sagrato della cattedrale di Palermo in quella che è stata un’anticipazione del musical vero e proprio. «Sono stati due miei amici palermitani – il regista Ugo Bentivegna e lo storico Filippo Sapienza – circa due anni fa, a lanciarmi l’idea di raccontare in musica la storia di Santa Rosalia, molto amata e venerata», racconta Di Tonno a ‘Il Centro’. «L'abbiamo proposta al Comune di Palermo, chiedendo se fossero stati interessati a promuoverla. Quest’anno si è concretizzato il tutto e siamo partiti. C’è stato un bel lavoro intorno».
Quella di ieri sera è stata un’anteprima dello spettacolo. Cosa avete preparato per il pubblico?
«Abbiamo preparato un sunto, fatto di sette brani cantati, tre momenti recitati e alcune coreografie. In scena c’erano sei cantanti e tre attori, oltre a un corpo di ballo di dieci elementi tra ballerini e figuranti. Il musical vero e proprio è in divenire. L’intenzione del Comune è di farne uno spettacolo itinerante. Io sono molto felice perché il Festino di Santa Rosalia è un evento importantissimo per Palermo e per la Sicilia. Il fatto che mi abbiano affidato questa responsabilità per me è motivo di vanto e di gioia».
Conosceva già la storia di Santa Rosalia?
«Frequento Palermo da tanti anni, è una città che adoro per mille motivi. Ero un po’ stato istruito negli anni su questa figura, presente ovunque in città, sia per motivi religiosi che meno religiosi. L’ho poi approfondita per questa occasione e ne sono rimasto affascinato. È una figura fortissima, mi piace perché è una sorta di San Francesco, che abbandona tutto, tutti i suoi averi, per dedicarsi alla preghiera, all’eremitaggio. Una donna veramente forte che porta dietro tantissimi simboli e messaggi importanti»
I testi delle canzoni sono firmati dal pescarese Alessandro Di Zio. Un sodalizio artistico che si rinforza ancora dopo l’esperienza I Tre Moschettieri - Opera Pop…
«Un sodalizio veramente inscindibile. Scriviamo insieme da tanti anni, adesso ci siamo messi proprio all’opera - all’opera pop, nel vero senso della parola - perché è la forma di scrittura che più ci rispecchia e ci appaga. La mia nuova versione la chiamo “Giò Di Tonno 2.0”, quella da compositore, sempre più volta alla scrittura. Alessandro è straordinario nell’entrare nelle storie, nello sviscerare profondamente quello che c’è dietro ai personaggi. Ha scritto dei testi che sono piaciuti moltissimo alle persone coinvolte nel progetto. Abbiamo toccato un argomento che a Palermo è veramente sacro, da ogni punto di vista».
Un musical in cui c’è tanto Abruzzo. Al suo fianco, in questa avventura, anche il montesilvanese Leonardo Di Minno, con cui ha già condiviso i palchi, e non solo…
«Io e Leonardo siamo grandi amici, c’è enorme stima professionale. Era perfetto per il ruolo di Re Ruggero, imponente, dalla figura abbastanza severa. Le coreografie, invece, sono state curate da Simona Di Marcoberardino, di Moscufo».
Per lei, questa volta, un doppio ruolo. Due personaggi molto differenti tra loro.
«Mi sono ritagliato i ruoli del padre di Santa Rosalia e del Diavolo. In questa anteprima ho cantato due brani, importanti per la storia: in duetto, il momento molto toccante in cui Rosalia abbandona la casa paterna per non sposarsi, e il brano del diavolo che la tenta per convincerla a non abbandonare i beni terreni. Sono entrambi ruoli che mi piacciono, seppur molto diversi. Nei tanti ruoli estremi interpretati, quello del diavolo mi mancava… più estremo di così!».
A interpretare Santa Rosalia, la talentuosa Camilla Rinaldi, la Milady de I Tre Moschettieri - Opera Pop.
«Camilla è una forza della natura. Riesce a calarsi perfettamente in qualsiasi personaggio. Abbiamo fatto una presentazione dello spettacolo in Cattedrale e i presenti sono rimasti estasiati dalla sua esibizione».
Tra tutti i personaggi che lei ha interpretato negli anni, Quasimodo resta ancora il suo preferito?
«Sicuramente è quello più intenso. È di tutti. Ogni personaggio ti lascia dentro un po’ di sé, ma la forza di Quasimodo è innegabile».
@RIPRODUZIONE RISERVATA