Giorgio Pasotti: «Porterò il Tsa  in giro per l’Italia» 

L’attore bergamasco on line traccia la sua rotta: «Credo nei classici e scommetto sui giovani» 

L'AQUILA. Non molti fanno caso a quel riquadro nero contrassegnato con “GP2 che si aggiunge alle altre iniziali nella schermata di Microsoft Teams, la piattaforma scelta dal Teatro stabile d’Abruzzo per la videoconferenza di presentazione del suo nuovo direttore (di questi tempi si può fare solo così). Però, appena Giorgio Pasotti viene chiamato in causa, la telecamera del computer rivela un volto che siamo abituati a riconoscere sul piccolo e sul grande schermo. Un volto chiamato a raccogliere l’eredità di Simone Cristicchi il cui mandato è vicino al termine.
«Sono orgoglioso di questa nomina», dice subito l’attore bergamasco, «consapevole dell’importanza della storia del teatro pubblico, ma certo che con la grande squadra del Tsa, amministratori e collaboratori, faremo un buon lavoro». Esordisce e parla veloce – come tanti dei personaggi che ha interpretato – già delineando i percorsi immaginati che toccano le emergenze di questo difficile momento che il settore teatrale sta attraversando, la difesa del lavoro degli artisti e dei tecnici, l’impegno economico sul sostegno, la grande drammaturgia classica e la modernità degli allestimenti, le nuove professionalità, i corsi di formazione, il dialogo costante con tutte le realtà culturali professionali, la distribuzione degli spettacoli nei teatri italiani.
«Agiremo sul piano nazionale e sul piano locale», spiega. «Molti colleghi, molti amici ricoprono incarichi su strutture analoghe in altre regioni. Possiamo interagire con loro per avere degli spettacoli di qualità sul territorio, così come per lavorare sulla distribuzione delle nostre produzioni». Qualità e rinnovamento, grandi classici, messe in scena al passo con i tempi. «Sono cinquecento anni che si portano in scena le parole di William Shakespeare», fa notare Pasotti, «ciò vuol dire che il messaggio dei testi originali resta invariato, così come ne resta invariata l’eredità. Quello che cambia è il modo di rappresentare». Sul piano locale, almeno dalle prime impressioni, Pasotti si dice pronto a continuare l’interazione con le realtà regionali per incentivare piccole e grandi produzioni. «Abbiamo bisogno di nuove idee, di progetti, di strategie».
Attore e regista, Pasotti è nato a Bergamo il 22 giugno del 1973. Nel 1992 si è trasferito in Cina per due anni scoprendosi attore. Lì è stato protagonista di due film: Treasure Hunt e The Drunken Master III. Le prime apparizioni sugli schermi italiani nei film: I piccoli maestri, Ecco fatto (prima opera di Gabriele Muccino). Ha fatto anche il conduttore televisivo del programma Cinematic. Nel 2000 ha debuttato nel mondo del teatro come protagonista in Le poligraphe insieme a Stefania Rocca. Ha lavorato anche come attore in spot e videoclip. La popolarità e arrivata soprattutto grazie al ruolo dell’ispettore Paolo Libero nella serie poliziesca Distretto di polizia, così come alla partecipazione al film L'Ultimo bacio. Da lì è stato un crescendo. Nel 2006 è stato protagonista della serie intitolata E poi c’è Filippo recitando con Neri Marcorè. Nel 2010 è tornato sul grande schermo in Baciami ancora di Gabriele Muccino. Nel 2013 ha interpretato il ruolo di Stefano nel film di Paolo Sorrentino, premio Oscar, La grande bellezza. Negli successivi ha avuto altri ruoli da attore in altre serie e film. Diverse anche le fiction, ultima in ordine di tempo Il silenzio dell'acqua, la cui seconda stagione è in programmazione a breve.
Giorgio Pasotti è stato ospite in estate della Perdonanza Celestiniana ed è molto legato all’Abruzzo, legame nato e consolidato negli ultimi dieci anni sia dal punto di vista privato che professionale. «Mi sento molto vicino a voi», rimarca, «anche se sono bergamasco, mi sono innamorato della vostra terra anche per una storia che considero in comune. Tra l’altro, ho avuto modo di lavorare a lungo in sinergia con l’artista Stefano Franciosi, abbiamo realizzato numerose repliche su spettacoli concepiti per i più giovani. Proprio i giovani», aggiunge, «sono la mia scommessa. Dobbiamo costruire il teatro intorno a loro, anche con l’ausilio delle emittenti televisive regionali che ci aiuteranno nella diffusione». In collegamento anche il presidente della Regione Marco Marsilio. Il sindaco Pierluigi Biondi, nel suo dare il benvenuto a Pasotti, ricorda Gigi Proietti e il fatto che L’Aquila sia tra le dieci finaliste candidate a Capitale della cultura. «In un momento di grande crisi sanitaria», valuta, «può sembrare fuori luogo e offensiva in qualche modo questa cosa», osserva il primo cittadino, «ma il nostro dossier è ancorato alla situazione che viviamo, parla di cura, di risanamento benché la città si stia liberando pian piano dalla narrazione del terremoto e si stia sempre più aprendo alla rinascita. La scelta di Pasotti è una scommessa importante». spiega: «ha una immagine molto popolare che ci aiuterà a riavvicinare tutte le generazioni al teatro, come lui stesso ha detto. Non si apre una nuova stagione, si rafforza quella iniziata con la scelta di Simone Cristicchi che è stato un importante direttore artistico per il Tsa che continuerà in altra veste la sua collaborazione con noi».