«Il mio comico preferito era Grillo Fiorello è il mito»

20 Luglio 2015

Pintus porta le sue “50 sfumature” a Chieti «Sono in tour da 2 anni ma improvviso sempre»

CHIETI. Le «bizzarre sfumature di vita» raccontate da Angelo Pintus tornano in Abruzzo. Il comico, volto noto di “Colorado”, colorerà sabato 25 luglio, a partire dalle 21,30, l’anfiteatro La Civitella di Chieti, dove porterà il suo esilarante show “50sfumature di Pintus”. I biglietti sono disponibili su circuiti TicketOne e CiaoTickets, sia online che nei punti vendita, ai costi di: 34,50 € per la poltronissima numerata, 28,75 € per la poltrona numerata, 23 € per la gradinata non numerata. L’organizzazione della tappa abruzzese dello show è a cura di Best Eventi. I titolo dello spettacolo richiama quelle celeberrime sfumature di grigio, di rosso e di nero, nate dalla penna di E. L. James, che hanno conquistato lettori di tutto il mondo. Ma le “50 sfumature di Pintus”, come ha precisato il comico triestino di origini sarde, hanno ben poco a che vedere con la trilogia.

“50 sfumature di Pintus” di nuovo in Abruzzo. Quali sono queste sfumature?

E’ la vita, a volte colorata, a volte in bianco e nero. Per “sfumature” intendo quello: momenti belli e meno belli, divertenti e meno divertenti. Ma che vale comunque la pena raccontare. Lo spettacolo è la mia vita raccontata attraverso le varie sfumature.

Sta portando lo spettacolo in giro da un paio di anni. Un bilancio?

Queste sono le ultime date, ne abbiamo fatte più di 150. Un bilancio ottimo: per due anni abbiamo quasi sempre fatto il 90% sold out e in alcuni posti ci siamo fermati per più date. Sono molto contento, mi dispiacerà finirlo.

Quanto spazio è lasciato all’improvvisazione e quanto si è evoluto lo spettacolo in questi due anni?

L’improvvisazione c’è sempre, è fondamentale. “50 sfumature di Pintus” è uno spettacolo in evoluzione. Non puoi rifare quello che facevi l’anno prima. Quello che ci circonda cambia. Rimane il senso, ma l’improvvisazione è assolutamente fondamentale.

Lei fa ridere la gente, ma cos’è che fa ridere lei?

Quelli che fanno ridere. Può essere un amico, un comico bravo, un film. Io rido per quello. Poi ci sono quelle situazioni su cui magari il giorno dopo ridi su. Ho imparato a ridere di tutto, è importante.

Quali sono i suoi punti di riferimento artistici?

Quando ero ragazzo Beppe Grillo. Dal vivo l’avrò visto chissà quante volte. Ma il senso dello spettacolo è, per me, Fiorello: divertimento semplice senza essere mai volgare.

Come molti comici, anche lei ha iniziato a farsi le ossa nei villaggi turistici come animatore. Quanto è stata importante per la sua carriera artistica questa esperienza?

E’ stata fondamentale. Quel lavoro insegna tante cose. Bisogna farlo e finirlo da giovanissimi, ma si impara tanto. Impari a stare con la gente e ti abitui a gestire lo stress.

Ha imitato numerosi personaggi. Il preferito?

Sono rimasto molto affezionato all’imitazione di Bruno Pizzul: quella che facevo a scuola, la mia prima imitazione. Pizzul tutta la vita, sicuramente. Senza il Brunone non potrei stare.

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