L’Abruzzo dell’arte vola con “Zerynthia” 

D’Orsogna presenta il libro: installazioni nel mondo e l’esperienza di No Man’s Land

PESCARA. «Una farfalla, com’è la zerynthia, non può essere chiusa in un libro. Col suo volo libero l’Associazione Zerynthia, nata negli anni '90 dalla scelta di chiudere una galleria d'arte per dar vita a una associazione culturale tesa a dialogare con pubblico e privato nello spazio del sociale, ha collocato anche Pescara e l’Abruzzo in una dimensione internazionale». Domenico D’Orsogna, di Pescara, ordinario di diritto amministrativo all’università di Sassari, cura la presentazione online di “Il Libro di Zerynthia” in programma omani, ore 10 (Zoom).
L’appuntamento, che chiude il giro di presentazioni in Italia (Accademia belle arti Frosinone, Accademia di Brera) e all’estero (City Art Gallery di Ljubljana, La Galerie de l’Uqam all'università di Montréal) è organizzato dall’Associazione Zerynthia per l'arte contemporanea Odv/Ram Radio arte mobile in collaborazione con Dipartimenti di giurisprudenza e Dipartimento di architettura design e urbanistica dell’ateneo sassarese. Il Libro – un progetto realizzato grazie al sostegno del Mibact nell’ambito del programma Italian Council (2019) e pubblicato da Di Paolo Edizioni (Pescara) – rappresenta una prestigiosa occasione di visibilità per l’Abruzzo con la centralità dell’installazione di Yona Friedman “No Man's Land” a Loreto Aprutino. È quanto ha raccontato Cecilia Casorati, nuovo direttore del’'Accademia belle arti Roma, mostrando nella diretta web con l’università di Montreal le immagini del sito in contrada Rotacesta di Loreto Aprutino. A ulteriore conferma dei collegamenti internazionali con l’Abruzzo, il collettivo artistico sloveno Irwin ha ricordato, nel collegamento da Lubiana, della propria partecipazione al simposio “XXI secolo Arte e Architettura” curato nel '94 da Jan Hoet e Giacinto Di Pietrantonio a Silvi Marina. “Il Libro di Zerynthia” in oltre 500 pagine e moltissime foto racconta lo straordinario dinamismo dell’organizzazione creata trent’anni fa da Mario Pieroni e Dora Stiefelmeier con il coinvolgimento di artisti, critici, intellettuali italiani e stranieri cercando sempre la relazione con i luoghi del vissuto della comunità. Nel collegamento di domani D’Orsogna non mancherà inoltre di sottolineare come «in forte anticipo sui tempi l’attività di Pieroni non si sia lasciata dominare dall’avvento del digitale e dal conseguente distanziamento sociale imposto dal medium, piuttosto se ne è servita per rilanciare forme e modi inediti offrendo agli artisti rinnovate occasioni di espressione, sperimentando nuove modalità di comunicare, fare formazione, ricerca». Cercando e trovando, in altre parole, la connessione con la vita di tutti, lo spazio dell’arte come spazio sociale e dell’apprendimento.
Una visione che poggia saldamente sul pensiero visionario e anticipatore di Yona Friedman teorizzatore del museo senza pareti, concretizzatasi in Abruzzo con “No Man's Land” (la terra di tutti), la sua più grande installazione mai realizzata. Progetto replicabile ovunque nel mondo e recepito tra Sassari e Alghero con “No Man's City” (la città di tutti), “No Man's Library” (la biblioteca di tutti), “No Man's Station” (le stazioni della musica, in occasione dello storico festival jazz organizzato da oltre 30 anni da Paolo Fresu). Alla presentazione di domani intervengono il filosofo Tommaso Gazzolo, il teorico dell’architettura Antonello Marotta, gli artisti Alfredo Pirri, Roberta Filippelli, il regista Ferdinando Vicentini Orgnani, Carlo Mannoni direttore generale Fondazione di Sardegna, Dora Stiefelmeier dell’associazione Zerynthia Associazione per l’Arte Contemporanea OdV. «Zerynthia», conclude D’Orsogna, «ha utilizzato il mezzo contemporaneo per generare nuove occasioni per fare cultura e aggregare la comunità. Guardando le immagini raccolte nel libro emerge la forza della convivialità instauratasi, un materiale anche sonoro con le testimonianze degli artisti pazientemente archiviato negli anni (il sonoro dell’arte visiva protagonista di una esclusiva mostra al Maxxi qualche stagione fa, ndr). Dunque non un amarcord ma la narrazione di un’esperienza dinamica che vive del respiro di tutti noi».