Un tratto del torrente Fondillo

L'ITINERARIO

Nella valle del Fondillo camminando in una fiaba 

Da Opi parte il sentiero che ci porterà alla Grotta delle Fate

Tra i percorsi più frequentati e famosi del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, Camosciara e Val Fondillo sono sicuramente le reginette e regalano a tutti la suggestione di trovarsi in una specie di paradiso terrestre.
La Camosciara la conosciamo già, dunque ce ne andiamo nella valle del torrente Fondillo. Sulla Ss83 provenendo da Opi in direzione Barrea, sulla destra c’è il parcheggio auto e l’inizio del sentiero F2 che percorreremo fino alla Grotta della Fate e forse anche più su.

La Grotta delle Fate

All’ingresso della valle si trova un servizio di accoglienza che fornisce molti servizi: bar, ristoro, passeggiate a cavallo, nolo bici e molto altro. Il percorso è adatto anche ai bambini, che vi seguiranno curiosi, come me con i miei genitori, nella speranza di scorgere almeno una fata in quella grotta che immaginavo misteriosa e magica. Il sentiero su cui ci avviamo è una carrareccia che solca la valle la cui altitudine è compresa tra i 1.084 e i 1.960 metri della Serra delle Gravare ed è fiancheggiata dal Monte Amaro e il Monte Dubbio. Si costeggia inizialmente il torrente Fondillo che in primavera è impetuoso e fragoroso: è alimentato da cinque sorgenti principali.
Si cammina a lungo in pianura in mezzo a prati verdissimi e acque gelide e limpide. Le piogge disastrose di quest’anno hanno portato allo straripamento molti torrenti provocando danni alla carrareccia, ma non solo. Troverete alberi divelti, sassi e sabbia ovunque e l’assenza del ponte di legno che consentiva di attraversare il torrente: è stato spazzato via.
Circa una settimana fa non è stato possibile visitare le bellissime sorgenti della Tornareccia e fino a quando non si provvederà ad un passaggio, anche provvisorio, raggiungere il sentiero per il Monte Amaro sarà difficoltoso. Fortunatamente l’ambiente è meraviglioso e si prosegue nella valle con le vette innevate del Parco che ci guardano.
Dopo circa 3,5 km si incontra lo stazzo Acquasfranatara con annesso rifugio, area pic-nic e un bel fontanile leggermente più in alto. Da questo punto si entra in una faggeta di quelle che possono considerarsi il fiore all’occhiello dei nostri parchi. Si tratta di esemplari altissimi che con i loro rami abbracciano il cielo che si scorge a tratti di un azzurro commovente. Si comincia a salire senza mai faticare, in mezzo a massi ricoperti di muschio verdissimo tappeti morbidi di foglie, il cinguettio di uccelli festosi e il desiderio di scorgere qualche bell’esemplare di fauna selvatica. Dopo 6 km, due ore dalla partenza, in corrispondenza di un cartello (1400m circa), si scende finalmente alla grotta. Si attraversa un bellissimo torrente con cascatelle e si arriva nel posto magico delle Fate. Dalla piccola grotta in primavera l’acqua sembra sorgere da sotto la terra e scorre liscia e limpida buttandosi poi in un torrente vorticoso. Il posto è un incanto di luce, muschio, fiori e fate evanescenti. Il tempo delle foto e poi si torna su. Se si ha voglia si può arrivare in un’ora circa al passaggio dell’Orso (1.673m), uno storico crocevia di sentieri su cui torneremo nella bella stagione. Si scende per la stessa via e arrivati al rifugio si fa una meritata sosta prima di lasciare la fiaba che abbiamo vissuto.
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