Sean Penn con l’Ucraina al Festival di Berlino, per l’Italia c’è Disco boy 

Annunciati i film in concorso e quelli nelle sezioni parallele Tante le opere sulla realtà. Spielberg Orso d’oro alla carriera 

BERLINO. In concorso al 73° Festival internazionale del cinema di Berlino (16-27 febbraio) per l’Italia ci sarà “Disco Boy”, il primo lungometraggio del regista italiano Giacomo Abbruzzese, con Franz Rogowski (Freaks Out) che interpreta le vicende di un giovane rifugiato che dopo mille peripezie arriva a Parigi per arruolarsi nella Legione Straniera per ottenere il passaporto promesso. Il suo destino si intreccia nel delta del Niger con Jomo (l’esordiente Morr Ndiaye) che combatte contro le compagnie petrolifere che minacciano la sopravvivenza del suo villaggio. Co-prodotto dall’italiana Dugong Films, coproduzione Francia/Italia/Belgio/Polonia, sarà distribuito da Lucky Red.
Altro italiano annunciato ieri è il documentario nella sezione Encounters “Le mura di Bergamo” di Stefano Savona, che racconta la pandemia e le sue conseguenze nella città lombarda. Vanno ad aggiungersi alla squadra italiana che comprende fuori concorso “L’Ultima notte di amore” (di Andrea Di Stefano e con Pierfrancesco Favino), “Laggiù qualcuno mi ama” di Mario Martone (Special films) omaggio a Troisi, “Le proprietà dei metalli” di Antonio Bigini (Generation films), la serie “The good mothers” di Julian Jarrold ed Elisa Amoruso (Berlinale series), “Mary e lo spirito di mezzanotte”, il nuovo film di animazione di Enzo D'Alò, in concorso nella sezione Generation Kplus. Fuori concorso, nella sezione Special gala, arriverà in anteprima mondiale a Berlino “Superpower”, il documentario sull’Ucraina e sul suo presidente Volodymyr Zelensky realizzato da Sean Penn e Aaron Kaufman. La solidarietà all’Ucraina, così come alle proteste in Iran, avrà un ampio spazio nella prossima Berlinale a cominciare dalla spilla ufficiale del Festival, che ritrae il caratteristico orso berlinese, e che avrà quest’anno i colori della bandiera ucraina.
Tra i 18 titoli che si contenderanno l’Orso d’oro, sei diretti da registe e tre da esordienti, ci sarà anche il ritorno della regista tedesca Margarethe von Trotta, con l’opera “Ingeborg Bachmann - Journey into the Desert” e “Le grand chariot” di Philippe Garrel e con Louis Garrel.
Le anteprime internazionali del Festival comprendono “Suzume” del regista anime (termine con cui si indicano le opere di animazione di produzione giapponese) Makoto Shinkai. La commedia romantica di Rebecca Miller “She came to me”, con Peter Dinklage, Marisa Tomei, Joanna Kulig, Brian d'Arcy James e Anne Hathaway , è stata scelta come apertura della Berlinale. I titoli sono stati annunciati ieri in conferenza stampa dal direttore artistico del Festival, l’italiano Carlo Chatrian.
Tante opere cinematografiche che concorreranno o saranno presentate nella capitale tedesca avranno a che fare «con la realtà, tornano alla realtà, perché la realtà è oggi forte», ha detto Chatrian, che al tempo stesso ha sottolineato come nella selezione rimanga anche importante l’ispirazione e lo sguardo verso il cinema poetico di Pasolini.
La giuria internazionale sarà guidata dall’attrice americana Kristen Stewart, mentre il regista premio Oscar Steven Spielberg riceverà l’Orso d'oro alla carriera. La solidarietà all'Ucraina e all’Iran verrà espressa all'interno del Festival con diverse iniziative e programmi speciali. Nella sezione Encounters compariranno i film “Eastern Front” di Vitaly Mansky e Yevhen Titarenko e “Mon pire ennemi” di Mehran Tamadon. La direttrice esecutiva del Festival, Mariette Rissenbeek ha sottolineato che la Berlinale affronterà quest’anno anche temi come le conseguenze del cambiamento climatico, la diversità e l’inclusione. Rissenbeek ha poi ribadito l'impegno del Festival per rilanciare la presenza del pubblico nei cinema. Nel programma torna a Berlino il sudcoreano Hong Sangsoo con “In water” (Encounters) mentre dopo l’esordio al Sundance arriva “Past Lives” di Celine Song. Tra le opere con contributo italiano compaiono anche “El juicio” di Ulises de la Orden (Forum films) e “Almamula” di Juan Sebastian Torales (sezione Generation films).