Vito Taccone: l’uomo, il contadino, il campione 

A 15 anni dalla morte del ciclista marsicano ecco il saggio “Il Camoscio d’Abruzzo”con testimonianze, aneddoti e vittorie

AVEZZANO. Vita, morte e “miracoli” del brigante della due ruote, trionfi e spallate di un uomo e di un ciclista che ha rappresentato il riscatto di un’intera generazione di italiani: così si presenta “Vito Taccone. Il Camoscio d'Abruzzo”, libro d’esordio del giornalista marsicano Federico Falcone in uscita il 1° febbraio per Radici Edizioni.
L’opera, che inaugura la collana “Vite”, si articola in una corsa a tappe sulla storia sportiva e personale del ciclista avezzanese, realizzata a 15 anni dalla sua morte avvenuta mentre era implicato in una difficile storia giudiziaria. Un libro che racconta il Taccone corridore, ma anche l'uomo e il padre di famiglia, attraverso testimonianze inedite, retroscena mai svelati e un’appassionata lettera finale del figlio Cristiano. «In Vito Taccone abitavano diverse personalità: è stato pastore e contadino, gregario e campione, asceta e profeta. Potremmo definirlo un antieroe senza paura del domani», spiega l’autore del libro. Dalle origini agli esordi in bici, dall'affermazione tra i professionisti alle attività imprenditoriali post carriera fino alle tormentate vicende giudiziarie, lo scritto di Falcone restituisce un quadro esaustivo anche grazie a una scrittura scevra di giudizi. «Raccontare di un personaggio vulcanico come Taccone, che tanto ha dato ad Avezzano e all’Abruzzo, è stato un privilegio», sottolinea l’autore. «Ho avvertito la responsabilità di parlare di un ciclista che, negli anni Sessanta, si è reso protagonista di vere rivoluzioni. Non posso che ringraziare Gianluca Salustri e Radici edizioni per la fiducia incondizionata, così come l’editor Roberta Di Pascasio che mi ha aiutato nel percorso». Carattere esuberante, scalatore provetto specialmente nella fase più felice della sua carriera, Vito Taccone è nato ad Avezzano il 6 maggio 1940. Professionista dal 1961 al 1970, vinse otto tappe al Giro d’Italia, un Giro di Lombardia e altre classiche italiane. Ha partecipato a diverse edizioni dei campionati del mondo e dei campionati italiani di ciclismo su strada. Era soprannominato il Camoscio d’Abruzzo non solo per le sue qualità di scalatore, ma anche per il suo temperamento. Con le sue espressioni dialettali e schiette suscitava spesso curiosità tra addetti ai lavori e appassionati di ciclismo. Numerose le vittorie conseguite nei Giri d’Italia con cinque tappe, di cui quattro consecutive, vinte nel 1963. Nel 1968, forse il risultato più importante a livello internazionale, con il quinto posto al campionato del mondo disputato ad Imola. È morto ad Avezzano il 15 ottobre 2007. Federico Falcone, 35 anni, è direttore responsabile del magazine culturale The Walk of Fame una testata online che approfondisce tematiche di cinema, teatro, musica, letteratura e tutto ciò che riguarda la cultura e l'intrattenimento. «Dietro l’amore per questi argomenti», osserva, «c’è l’ambizione di scrivere, di confrontarsi, di sensibilizzare e di far conoscere o scoprire queste realtà culturali che, come poche altre, elevano al massimo la fantasia e l’intelletto dell’essere umano».