Voina Hen, una band tra overdose di Mtv e il mito dei Nirvana

LANCIANO. Due compagni di scuola, un garage, il mito dei Nirvana e l'overdose giornaliera di Mtv: sono più o meno questi gli ingredienti che hanno fatto nascere i Voina Hen, il gruppo lancianese che...

LANCIANO. Due compagni di scuola, un garage, il mito dei Nirvana e l'overdose giornaliera di Mtv: sono più o meno questi gli ingredienti che hanno fatto nascere i Voina Hen, il gruppo lancianese che sta girando l'Italia per il suo primo disco, “Noi non siamo infinito”, presentato live ieri sera al Qube di Pescara. Ivo Bucci, voce, e Domenico Candeloro, batteria, i compagni che hanno costituito il primissimo nucleo; oggi completano la formazione il chitarrista Nicola Candeloro, fratello di Domenico, e Daniele Paolucci, bassista che ha sostituito Simone Di Cicco, che aveva preso il posto di Amedeo Bolletta che aveva registrato il disco; Francesco Di Nardo invece è stato un altro dei chitarristi.

La domanda che gli fanno più spesso è sul nome: «Ne avevamo uno che non ci piaceva», ricorda Ivo, «un giorno ci siamo riuniti, abbiamo preso 16 parole e abbiamo fatto l'eliminazione diretta 1 contro 1, fino a quando sono rimaste Voina, che in russo sta per guerra, ed Hen, pollo in inglese... È il risultato di un pomeriggio di delirio!». Tutto è iniziato una decina di anni fa, «ma non ci ricordiamo di preciso quando», dice Domenico, «non siamo di quelli che festeggiano l'anniversario del gruppo».

I primi pezzi erano cover di Nirvana, Pearl Jam e altri gruppi che andavano per la maggiore: «Un misto di grunge, post hardcore ed emo», così Ivo definisce il genere dei Voina Hen; «una musica che deriva dalla scena di inizio anni '90: nel 1991 sono usciti grandi dischi, come Nervermind dei Nirvana, e nell'immaginario collettivo è stato un anno cruciale perché il punk, che aveva i suoi limiti, da allora si riversa nel mainstream grazie a Nevermind che entra in classifica. I Nirvana scrivevano come i Beatles ma andavano a 200 all'ora», continua il cantante, «anche noi siamo un po' così: siamo cresciuti davanti a Mtv e abbiamo assorbito pop della peggiore specie, perciò ci piace “menare” ma essere allo stesso tempo un po' pop». L'ispirazione è decisamente generazionale: «Siamo cresciuti con l'idea che potevamo fare qualsiasi cosa nella vita, ma alla fine non era proprio così», continua Ivo, «la reazione è questo disco, che è la scrittura di una disillusione, quella di non essere stati all'altezza di aspettative esagerate: alla fine siamo persone normali e non geni, ma diciamo anche meno male. È una sorta di “estetica del fallimento”, in cui in molti si rivedono: per esempio chi voleva fare il calciatore e adesso lavora in un call center. Adesso magari ci prendiamo un po' più seriamente ma non troppo, così siamo preparati al fallimento», ironizza Ivo, «facciamo concerti in tutta Italia, conosciamo tanti posti nuovi e ci capitano cose divertenti». I Voina Hen nascono in un panorama musicale vivacissimo come quello di Lanciano, dove oggi ci sono almeno 5 gruppi che fanno pezzi propri: «Chiamiamola una Piccola Seattle», scherza Domenico, «è difficile da spiegare, siamo un'isola felice: altrove, in posti di queste dimensioni non si trova tanto fermento».

©RIPRODUZIONE RISERVATA