Abusi edilizi, sequestrate tre ville ai Taddei

Stop al cantiere degli alloggi privati dei titolari del colosso Edimo che lavorò al piano Case

BARISCIANO. Con una semplice domanda al Comune, sulla scorta dell'ordinanza sulle «case provvisorie» triennali post-sisma, in deroga alle procedure ordinarie, hanno realizzato tre ville (in via di ultimazione) da 700 metri quadrati ciascuna. Ma hanno violato norme urbanistiche. Questa l'ipotesi della Procura, che ha portato al sequestro preventivo del cantiere di tre abitazioni private di altrettanti componenti della famiglia Taddei, proprietaria del colosso industriale Edimo (gruppo da 600 dipendenti e obiettivo di fatturato 2010 pari a 230 milioni) e all'emissione di 6 avvisi di garanzia. Il gip Giuseppe Grieco, su richiesta del pm Antonietta Picardi, ha condiviso le risultanze degli accertamenti della sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri presso la Procura. Il cantiere si trova a Picenze, frazione di Barisciano. Per l'accusa, nel realizzare le case, i richiedenti l'autorizzazione non hanno rispettato i requisiti né i limiti di ampiezza e altezza di abitazioni a carattere temporaneo.

CHI SONO GLI INDAGATI. Questi gli indagati: Danilo Taddei, 34 anni, Valerio e Antonello Taddei, 29 anni, imprenditori e proprietari degli appartamenti; Francesco Di Paolo, 53 anni, sindaco di Barisciano; Giampiero Sigismondi, 55 anni, geometra del Comune; Vincenzo Galeota, 56 anni, progettista. Al sindaco contestata l'omissione di atti d'ufficio, al tecnico comunale l'abuso d'ufficio e ai tre imprenditori la lottizzazione abusiva. Il gruppo Edimo ha realizzato il 50% dei pilastri e 32 edifici del progetto Case.

TADDEI: NESSUN ABUSO. Il patron Carlo Taddei ha appreso la notizia «come un fulmine a ciel sereno». Nonostante lo stupore per il sequestro del cantiere privato di Picenze, l'imprenditore apre le porte dell'azienda che ha la sua sede operativa a Varranoni di Poggio Picenze, per chiarire che «l'attività edificatoria è di carattere privato» riferendosi ai suoi tre figli, Danilo, Valerio e Antonello e, di conseguenza, «non coinvolge assolutamente questioni legate a iniziative dell'azienda che, quindi, è estranea alla vicenda». Taddei sottolinea di essere «stupito dell'accaduto, dal momento che si è proceduto alla realizzazione delle costruzioni rispettando la normativa. La famiglia Taddei ha agito con la massima correttezza e ha fiducia nell'operato della magistratura. Siamo fiduciosi che la vicenda si chiarirà presto. Ma non posso permettere in nessun modo che un fatto familiare incida negativamente sull'attività di un'azienda, il gruppo Edimo, impegnato su più fronti, a livello nazionale e internazionale, per mantenere gli attuali livelli occupazionali. I miei figli, Danilo, Valerio e Antonello, a settembre 2009», spiega ancora Taddei, «hanno ottenuto il nulla osta alla realizzazione delle abitazioni a uso privato e hanno quasi ultimato i lavori realizzando i manufatti in conformità col progetto che ha ricevuto il nulla osta del Comune di Barisciano. A distanza di un anno subiamo il sequestro preventivo. Sottolineo ancora che restiamo stupiti del provvedimento. Durante i lavori, iniziati a seguito del rilascio del nulla osta, sono stati rispettati tutti gli adempimenti previsti dalle norme, tant'è vero che, nel giro di un anno, sono stati effettuati nel cantiere controlli da parte di enti preposti alla vigilanza come Inail, Ispettorato del lavoro, rappresentanze sindacali, oltre al rispetto assoluto delle norme in materia di sicurezza sul lavoro». Il patron del gruppo evidenzia il fatto che sono state regolarmente chieste e ottenute utenze (energia elettrica e acqua), allaccio alla rete fognaria e telefonica.

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