Accord Phoenix all’attacco: «Rispetteremo gli impegni»

L’azienda chiamata a riassumere gli operai dell’ex polo elettronico risponde ai sindacati che accusano: «Più dirigenti e consulenti che lavoratori»

L’AQUILA. «Un atteggiamento presuntuoso, quello assunto dai sindacati». La direzione dell’Accord Phoenix replica alle dichiarazioni di Fim, Fiom e Uilm. Lo fa senza entrare nel merito delle accuse lanciate dai rappresentanti dei lavoratori, ma sottolineando di aver agito «con coerenza, consapevolezza e capacità», respingendo qualsiasi pressione. Le critiche delle organizzazioni sindacali vanno soprattutto in un senso: l’Accord Phoenix non starebbe rispettando gli accordi in merito al piano di riassunzioni del personale, dimostrando improvvisazione nella conduzione aziendale. «È nostra abitudine», risponde la direzione del sito industriale, «avere normali relazioni con le organizzazioni sindacali, nel pieno rispetto dei ruoli. La nota diramata ci fa prendere atto del fatto che, evidentemente, non è così facile mantenere rapporti sani e costruttivi nell’interesse di tutti. La nostra azienda ha sempre agito con coerenza, consapevolezza e capacità nel proseguimento degli obiettivi prefissati e nel rispetto degli impegni assunti, respingendo qualsiasi pressione da qualsiasi parte sia essa provenuta. Gli unici riferimenti cui abbiamo guardato e continuiamo a guardare sono la cultura della legalità, della trasparenza e dell’assunzione della piena responsabilità del nostro agire». Il comunicato si chiude con un affondo: «Fare deduzioni soggettive sull’operato di un’iniziativa privata è cosa del tutto presuntuosa che prescinde dagli interessi di coloro che dovrebbero essere, invece, rappresentati».

In ballo ci sono i 129 posti di lavoro che l’Accord Phoenix si è impegnata a garantire nell’ambito di un’operazione da 48 milioni, di cui 10,7 finanziati da Invitalia. E proprio a Invitalia, oltre che a Regione, Comune ed ex Finmek, si sono rivolti Fim, Fiom e Uilm, per chiedere un tavolo di verifica su quando sta accadendo all’interno dello stabilimento: «Gli ex lavoratori del polo elettronico restano a casa e in azienda circolano una miriade di consulenti e vengono elargiti stipendi da favola», la denuncia delle tre sigle sindacali di categoria. Insomma, uno strappo inaspettato, nei rapporti tra proprietà e sindacati, che si dovrà tentare di ricucire, tutti seduti intorno a un tavolino. Nel sito per lo smaltimento di rifiuti industriali dovrebbero tornare a lavorare, entro dicembre, in 64, con il raddoppio del personale quando sarà attivata la seconda linea produttiva. Per ora sono state assunte 24 persone, attingendo anche al di fuori dell’elenco dei 146 ex addetti del polo elettronico, che sono rimasti in gran parte senza alcun sostegno economico. Si attende il collaudo degli innovativi macchinari arrivati da Germania e Francia.

©RIPRODUZIONE RISERVATA