il lavoro che non c’è

Accord Phoenix, ritardi e assemblea infuocata

L’AQUILA. Un incontro urgente con le istituzioni locali. Chiamano a raccolta la politica, i circa 200 ex lavoratori del polo elettronico, le cui uniche speranze di ricollocazione sono appese all’inse...

L’AQUILA. Un incontro urgente con le istituzioni locali. Chiamano a raccolta la politica, i circa 200 ex lavoratori del polo elettronico, le cui uniche speranze di ricollocazione sono appese all’insediamento dell’Accord Phoenix. Un’operazione che sembrava ormai conclusa. Ma Invitalia, dopo aver esaminato per un anno e mezzo il progetto, ha gelato le aspettative, chiedendo all’azienda ulteriori chiarimenti. In ballo ci sono i 12 milioni provenienti dai fondi Cipe che dovrebbero supportare l’investimento di 35 milioni necessario per realizzare, all’interno dell’ex Italtel, un innovativo impianto per lo smaltimento di rifiuti elettronici. E proprio sulla novità del processo industriale, brevettato dall’ingegnere inglese di origine indiane Ravi Shankar, si basano le perplessità manifestate dall’agenzia ministeriale. In particolare, per ottenere le risorse, il sito deve essere inquadrato nella classificazione Ateco: bisogna cioè capire se si tratta di uno stabilimento manifatturiero o di recupero. Un inghippo non da poco, che ha colto di sorpresa l’azienda, ma anche sindacati e lavoratori. Ieri i dipendenti aquilani fuoriusciti dal polo elettronico, attualmente cassintegrati o in mobilità, si sono riuniti in assemblea nella sede della Uil. Una riunione tesa, dalla quale è emersa grande preoccupazione: a settembre inizieranno a scadere gli ammortizzatori sociali e tante famiglie si ritroveranno senza reddito. «Siamo di fronte a un vero dramma occupazionale», commenta Clara Ciuca della Uilm, «che investe un territorio dove attualmente non si conta neanche un’azienda sana. I lavoratori sono esasperati e pronti anche ad azioni eclatanti. Serve una svolta. E può arrivare solo dalla politica. Chiediamo al presidente della Regione D’Alfonso e al sindaco Cialente di prendere in mano la situazione».

Romana Scopano

©RIPRODUZIONE RISERVATA