L'AQUILA

Addio prof Domenicano, il dolore dell’Università

Originario di Avezzano, il docente di chimica si è spento a Roma domenica scorsa. Il ricordo dei colleghi: un gentiluomo, trasferiva il sapere con delicatezza e affetto

L’AQUILA. Il mondo universitario è in lutto per la scomparsa del professore Aldo Domenicano, morto a Roma domenica a 82 anni. Era nato ad Avezzano e si era poi trasferito nella capitale, dove aveva insegnato alla Sapienza.

È stato docente di Chimica generale e Chimica fisica nell’Ateneo aquilano: il rettore Edoardo Alesse lo descrive come «un illustre scienziato e un uomo di elevato profilo umano e morale», esprimendo «sentimenti di profondo cordoglio ai familiari e a tutti coloro che con lui si sono formati e hanno collaborato nei numerosi anni passati all’Università dell’Aquila».

Il prof Domenicano lascia la moglie Anna Rita e i nipoti Antonio, Maria Teresa e Carlo. I funerali si sono svolti ieri a Roma.

Commovente il ricordo della professoressa Giusi Pitari: «Aldo è stato un uomo serio e ironico, un professore severo e amato, uno studioso eccellente e internazionalmente riconosciuto. La rivista Structural Chemistry gli dedicò un numero speciale per celebrare il suo 75° compleanno. È stato un gentiluomo, una persona di immensa cultura che ci trasferiva con delicatezza e affetto».

Anche il professore Aldo Lepidi ne parla come «un uomo di sapienza e di saggezza oltre che di saperi maturati con metodo, impegno, grandi capacità». Tanti i messaggi di cordoglio dei suoi ex allievi: «Un grande professore, colto, intelligente e sempre disponibile. Riusciva a spiegare concetti complicati in modo semplice e creativo. Ricordo ancora», racconta Simona Di Pirro, «i tulipani che portò in aula per spiegare la simmetria delle molecole e che alla fine della lezione donò a noi ragazze».

Esprime dispiacere Stefania Luciani: «Nonostante non sia stato facile l’esame alla fine la soddisfazione è stata enorme... le sue xerocopie e la sua disponibilità erano uniche. Professore come pochi». Per Fabio Marinelli, «al di là dell’aspetto scientifico, era una persona autorevole ma molto pacata, mai polemico o sopra le righe nei vari consigli di facoltà o dipartimento.

Grande didatta, i suoi esami non erano facili, ma si impegnava tantissimo in spiegazioni e ricevimento studenti. Era poi un simpatico e gradevole affabulatore, con cui si discorreva piacevolmente di tante cose. Ricordo in particolare le sue letture di brani di Primo Levi in alcuni eventi organizzati dall’ area chimica. Era infine un grande amante della montagna».