Il capogruppo Romano (Italia Viva) accusa la giunta  

«Affossato il progetto di viale della Croce Rossa»

L’AQUILA. «La città deve prendere atto della decisione politica di questa amministrazione di affossare il progetto di viale della Croce Rossa e con esso la realizzazione di un parcheggio strategico a...

L’AQUILA. «La città deve prendere atto della decisione politica di questa amministrazione di affossare il progetto di viale della Croce Rossa e con esso la realizzazione di un parcheggio strategico a servizio del centro storico, del polo Umanistico e persino della nuova Casa dello Studente, da poco inserita in quell’area al posto di un’importante scuola secondaria di primo grado. Questo per permettere l’abbattimento e ricostruzione del Ponte Belvedere, il cui costo ammonterebbe a 4milioni e 800, ma che gode di un solo milione nelle disponibilità dell’Ente». A parlare è il capogruppo consiliare di Italia Viva, Paolo Romano che aggiunge: «Sul ponte Belvedere si sono spesi anni in chiacchiere e schizzi progettuali, Rup che si sono avvicendati e che nella vacatio hanno fatto addirittura firmare atti a un “supplente al Rup ”, figura mitologica presente solo al Comune dell’Aquila. Il milione previsto per il consolidamento del ponte di Santa Apollonia, la cui stabilità non è mai stata formalmente acclarata da questa amministrazione in base alle nuove norme, sarà anch’esso sacrificato per permettere la realizzazione del ponte della Breng Bridge Engineering? A tal proposito ho depositato un’interrogazione che cercherà di far luce sulla vicenda. Anche la posizione dell’Urban Center è quantomeno oscura se non supina: nella delibera che conferma la demolizione del ponte Belvedere viene riportato il suo avallo alla demolizione, un assenso dato presumibilmente durante un incontro pubblico con l’amministrazione che comprendeva anche la demolizione del civico 29 che, se all’epoca era legata all’abbattimento del ponte pur in assenza di un piano di recupero, oggi viene stralciata dal progetto principale e, a detta del vicesindaco, posticipata e giustificata con la non salubrità dell’edificio. In questi tre anni e mezzo di amministrazione», continua Romano, «abbiamo letto di ben cinque idee progettuali mai seguite da atti propedeutici concreti, con i dovuti passaggi in consiglio comunale. Quella del Belvedere è una vicenda condita da dichiarazioni che hanno del paradossale, che si incatena solo ad atti fantasma, a posizioni farneticanti e a una dilapidazione del patrimonio pubblico su cui vigilerò con grande attenzione».
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