Agente aggredito con l’olio bollente 

A lanciargli la scodella sul volto è stato un ergastolano, contusi 3 colleghi accorsi in suo aiuto. La solidarietà del ministro

SULMONA. Ha rischiato di rimanere sfigurato con l’olio bollente che gli è stato lanciato contro da un detenuto. Grave episodio ieri nel carcere di Sulmona dove un agente penitenziario di 47 anni, originario di Chieti, è rimasto ustionato al volto e sul corpo a seguito di un’aggressione da parte di un ergastolano di origini napoletane, rinchiuso nella sezione di alta sicurezza del penitenziario peligno. L’agente stava facendo il solito giro di controllo delle celle, quando il detenuto ha afferrato una scodella colma di olio bollente che stava scaldando sul suo fornellino lanciandogliela addosso. In aiuto del collega sono accorsi altri agenti, tre dei quali sono rimasti feriti durante la colluttazione con il detenuto. Il poliziotto ustionato è stato subito trasportato all’ospedale di Sulmona dove gli sono state riscontrate ustioni di primo e secondo grado al volto, alla spalla e al torace.
Dai primi controlli i medici del reparto di chirurgia dove l’agente è stato ricoverato, hanno garantito che non ci saranno segni permanenti sul corpo e sul viso. Al pronto soccorso sono finiti con ferite lievi, anche gli altri tre agenti rimasti coinvolti nell’aggressione. Dopo essere stati medicati sono stati dimessi. «Si tratta di una sconfitta delle istituzioni», è stato il laconico commento sull’accaduto da parte di uno dei feriti. Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria Spp, intervenendo sul gravissimo episodio si è rivolto al nuovo ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, chiedendo «interventi urgenti e straordinari tesi a fermare la mattanza che quotidianamente vede vittime gli agenti di polizia penitenziaria, che svolgono il proprio dovere al servizio dello Stato in strutture che ormai non garantiscono più alcuna sicurezza. È inaccettabile assistere passivamente all’escalation di violenza che da tempo, grazie alle scellerate scelte politiche, quotidianamente gli appartenenti al corpo di polizia penitenziaria sono costretti a subire». E proprio il ministro Bonafede ha dichiarato ieri sera di aver sentito telefonicamente l’agente aggredito per augurargli una pronta guarigione. «Quanto accaduto», ha aggiunto, «non è accettabile, perché chi fa semplicemente il suo dovere non può essere sottoposto a tanti e continui rischi per la propria incolumità». Per il segretario nazionale del Coordinamento sindacale penitenziario Domenico Mastrulli «la situazione dei penitenziari abruzzesi è di vera emergenza». «Gli ospedali psichiatrici giudiziari sono stati chiusi troppo frettolosamente e senza alternative valide. Anche su questo si dovrà parecchio dibattere», ha sottolineato Mauro Nardella, responsabile della Camera sindacale territoriale Gran Sasso-Adriatico.
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