L'auto nella quale viaggiava Sara Sforza. Nella foto piccola, Jarrar Ayoub

AVEZZANO

Aielli, ai domiciliari il giovane che causò la morte della 23enne Sara Sforza

Accolta l'istanza di scarcerazione per Jarrar Ayoub, 25enne marocchino, arrestato il 7 gennaio scorso dopo la tragedia sulla Tiburtina

AVEZZANO. Torna a casa il marocchino accusato di omicidio stradale per aver provocato, i primi giorni di gennaio, l'incidente sulla Tiburtina che è costato la vita a Sara Sforza, 23enne di Aielli (L'Aquila).

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Lo ha stabilito il giudice del Tribunale di Avezzano (L'Aquila), Carla Mastelli, nei confronti di Jarrar Ayoub, 25 anni, in carcere dal 7 gennaio. E' stato messo agli arresti domiciliari dopo l'istanza di scarcerazione con attenuazione della misura cautelare presentata dal suo legale, Leonardo Casciere. Il marocchino era stato portato in carcere 50 giorni fa, ma soltanto una settimana dopo l'incidente mortale. Inizialmente era infatti solo indagato. Successivamente, è stato arrestato su richiesta della procura di Avezzano mentre era ricoverato nel reparto di Chirurgia maxillo facciale del San Salvatore, all'Aquila. Secondo le accuse, il marocchino, in stato di ebbrezza, dopo una serie di sorpassi ad alta velocità, su un tratto di strada in salita e con linea continua, ha centrato in pieno la Renault Twingo che procedeva nel senso opposto, condotta dalla giovane marsicana, causandone la morte oltre al ferimento del fidanzato.

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