Alessia Puglielli morta, rinviato a giudizio l’uomo con cui aveva una relazione

La svolta è stata possibile grazie al video inviato al suo legale nel marzo 2023, nel quale la donna mostrava dei lividi sul suo corpo, come a chiedere aiuto
SULMONA. L’ipotesi resta quella della prima ora: Alessia Puglielli, la 40enne di Sulmona morta al Policlinico Gemelli di Roma nel luglio 2023, è deceduta a causa di un cocktail di farmaci ingerito quattro giorni prima, quando cioè il suo compagno allertò l’ambulanza del 118 spiegando cosa era accaduto. Che, cioè, aveva ingerito una quantità indefinita di pillole, dopo che aveva compreso che la sua relazione d’amore stava per finire. In realtà quel suicidio, secondo l’accusa, sarebbe stato cagionato dai continui maltrattamenti in famiglia perpetrati dal compagno.
Per questo il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Roma, Rosalba Lisio, ha rinviato a giudizio, davanti alla Corte d’Assise, Marco Di Marco, noto musicista (in particolare per le sue cover dei Queen) e uomo con il quale Alessia aveva iniziato una relazione sentimentale, tanto da trasferirsi per lunghi periodi nella Capitale, dove l’uomo vive. La svolta è stata possibile grazie al video inviato al suo legale nel marzo 2023, nel quale la donna mostrava dei lividi sul suo corpo, come a chiedere aiuto.
Video che la stessa Alessia chiese qualche giorno dopo di cancellare e che gli inquirenti hanno recuperato sulla piattaforma Wetrasfer che aveva utilizzato per trasferire il file. Senza una risposta plausibile, poi, resta il comportamento che Alessia aveva assunto negli ultimi mesi: la cancellazione del suo profilo da Facebook, l’eliminazione di decine di contatti su Whatsapp da un giorno all’altro e ancora il taglio netto che aveva dato sia con i suoi contatti di Sulmona, che con quelli di Montesilvano, dove aveva rassegnato le sue dimissioni dalla palestra in cui lavorava con un semplice sms inviato a notte tarda. Insomma, un comportamento anomalo che la procura ora, dopo aver sentito diversi testimoni, ha ricondotto nei maltrattamenti in famiglia che hanno portato poi al decesso (suicidio).
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