Alla Marelli salta l’incontro e la vertenza rimane irrisolta: a fine anno previsti altri 147 esuberi

30 Maggio 2025

I 444 operai dello stabilimento continuano la cassa integrazione al quarantacinque per cento. La vera batosta ci sarà a fine anno, quando a dicembre saluterà la Valle Peligna la lavorazione dei bracci oscillanti, uno dei pilastri fondamentali dell’azienda

SULMONA. Salta l’incontro con l’azienda e resta irrisolta la vertenza Albasan, che coinvolge 24 lavoratori del servizio pulizie allo stabilimento Marelli di Sulmona. L’incontro era previsto per la giornata di ieri, ma, a causa dell’indisponibilità dell’azienda, è stato aggiornato. La situazione, per gli addetti che avevano scioperato lo scorso febbraio, dopo essersi messi in stato di agitazione, non è cambiata. Lo dicono i numeri delle buste paga sempre più leggere. Centocinquanta, duecento euro al mese. I più fortunati ne intascano trecento. Tagli causati dalla riduzione stabilita dalla ditta subentrata nell’appalto gestito fino a dicembre dalla Key Service. La ditta di Cassino ha incrementato ulteriormente la percentuale di cassa integrazione. L’intesa prevedeva una cassa integrazione al 50%, ma oggi i lavoratori si trovano con contratti a chiamata e una cassa integrazione al 70% che dev’essere ancora liquidata dall’Inps. A complicare la situazione è stato il fatto che la Marelli ha sospeso da quasi un anno i turni di notte in fabbrica, poiché strettamente legati ai rallentamenti produttivi dell’ex Sevel di Atessa. «Attendiamo il nuovo incontro per fare il punto della situazione, sperando di avere risposte concrete e risolutive. Noi, comunque, non escludiamo ulteriori azioni di protesta, a difesa dei livelli occupazionali e dei diritti dei lavoratori», annuncia Andrea Frasca, sindacalista Cgil. La Marelli, nelle scorse settimane, si era tirata fuori dalle trattative con Albasan.

LO STATO DELL’AZIENDA

Non va meglio per gli altri 444 dipendenti della Marelli che lavorano con gli ammortizzatori sociali, sanciti da un contratto di solidarietà che prevede la riduzione lavorativa del 45 per cento e il mantenimento del bagaglio contributivo. La vera batosta ci sarà a fine anno, quando a dicembre saluterà la Valle Peligna la lavorazione dei bracci oscillanti, uno dei pilastri fondamentali dell’azienda. Produzione che si sposterà in India anche se la Regione, sul punto, aveva rassicurato le organizzazioni sindacali. Intanto, entro la fine dell’anno, sono previsti altri 147 esuberi. Lo smantellamento si aggiunge, poi, a quello fatto, un paio di mesi fa, della linea di lavorazione dei semi corner per il Ducato, questa smontata per essere portata ad Atessa, in ossequio al processo di internalizzazione fatto da Stellantis, anch’essa d’altronde legata a doppio filo con la crisi dell’automotive.

IMPIANTO FOTOVOLTAICO

Intanto l’azienda ha annunciato la realizzazione di un impianto fotovoltaico per l’impianto. Marelli ha firmato l’accordo con Plenitude, società controllata da Eni, presente in oltre 15 paesi del mondo con un modello di business che integra la produzione di energia elettrica da oltre 4 GW di fonti rinnovabili. Gli impianti avranno una capacità installata complessiva di 5,4 MWp. I progetti saranno realizzati con la formula dell’Epc (Energy Performance Contract), permettendo a Marelli di ottenere energia da fonti rinnovabili a un costo fisso, senza alcun investimento iniziale. Il Comune di Sulmona è stato invitato da Marelli a prendere parte alla conferenza dei servizi per il necessario rafforzamento delle linee dei cavidotti, necessario per dare vita al progetto, in quanto sarà vitale rafforzare la potenza dei cavi di trasmissione.