Allarme tumori, Mastrangioli chiede i dati

RAIANO. Cresce l’allarme tumori in Valle Peligna. Dopo il primo intervento fatto nel consiglio comunale di Raiano a firma del gruppo di minoranza “Raiano che Vogliamo”, guidato da Sandro Tiberi, ora...

RAIANO. Cresce l’allarme tumori in Valle Peligna. Dopo il primo intervento fatto nel consiglio comunale di Raiano a firma del gruppo di minoranza “Raiano che Vogliamo”, guidato da Sandro Tiberi, ora è la volta dell’ex sindaco Enio Mastrangioli.

In particolare, Mastrangioli punta al coinvolgimento dell’Asl e dell’Arta per quel che concerne i dati relativi all’incidenza dei tumori nell’area peligna.

«Negli ultimi tempi», spiega l’ex sindaco ed ex consigliere provinciale, «ci sono stati innumerevoli casi di persone che si sono ammalate per patologie gravi, come confermano i medici di base della zona alle prese con casi sempre più frequenti di cancro. Per questo è necessario che l’Asl aggiorni o elabori i dati relativi alla mortalità nelle zone di Raiano e Pratola, in modo da verificare cosa è cambiato dal 2002, anno in cui è cominciato ad aumentare il numero dei pazienti colpiti dal cancro. Inoltre, l’Arta deve programmare un’ indagine ambientale specifica sulla qualità dell’acqua e dell’aria». L’indagine, secondo l’ex sindaco, va rivolta alla presenza del gas radon, registrata nella zona di Raiano, all’elettromagnetismo e radioattività, nella zona di monte San Cosimo, dove da diversi anni si cerca di fare chiarezza sulla reale natura del deposito militare. «Chiediamo a chi gestisce il registro dei tumori di verificare la possibilità di fare uno studio nei comuni dell’associazione Terre dei Peligni simile a quello fatto per Bussi. Interventi», conclude Mastrangioli, «che possono avvenire anche attraverso un tavolo di concertazione tra tutti i soggetti istituzionali». Sull’allarme tumori, a breve, potrebbero essere convocate riunioni pubbliche volte a tutelare la salute di chi vive nella Valle Peligna. Intanto, da Pratola, è arrivato l’appello, da parte dell’associazione “Idea progetto”, per rimuovere la servitù militare su monte San Cosimo.

Federico Cifani

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