Anche un avvocato abruzzese nelle carte di Panama Papers

13 Aprile 2016

Paolo Guidobaldi, residente a Roma, ha difeso Livio Bearzi, l'ex preside del Convitto nazionale dell'Aquila crollato con tre vittime la notte del 6 aprile 2009

L'AQUILA. C'è anche un avvocato romano, ma di origini abruzzesi, tra i professionisti italiani citati tra i cosiddetti «Panama Papers», gli 11 milioni di documenti che hanno mostrato un sistema di società registrate nei «paradisi fiscali» dei Caraibi. È Paolo Guidobaldi, che ha difeso l'ex preside del Convitto nazionale dell'Aquila crollato con tre vittime la notte del 6 aprile 2009, Livio Bearzi. Guidobaldi, che conferma la notizia, spiega di aver ricevuto un incarico che, però, a causa del mancato pagamento delle sue spettanze, non è mai divenuto operativo.

L'inchiesta giornalistica sui Panama Papers ha portato alla luce numerosi casi di «vip», capi di Stato e di governo, personaggi pubblici e dello spettacolo, che avrebbero registrato società off shore in molti casi per eludere il fisco. Marginale, sebbene singolare, appare in tal senso la posizione di Guidobaldi, che è stato procuratore speciale generale della società Yellow Bird Company Sa, con sede legale nella Repubblica di Panama, iscritta nella Sección Mercantil del Registro Publico panamense. Il legale è stato nominato in virtù della scrittura pubblica numero 7.100 del 22 maggio 2013 a firma del notaio Agustin Pitty Arosemena.

«Sono stato procuratore da un proprietario, è vero, ma la società è inattiva da 3 anni - spiega - Il proprietario, infatti, non ha più pagato per le spese di mantenimento, né la mia prestazione professionale, così non è successo niente».

«Non so neanche perché venne costituita la società - ammette Guidobaldi - All'epoca ho ricevuto una telefonata da un collega canadese e ho detto che ero disponibile a essere incaricato di alcune rappresentanze in Italia per operazioni, in particolare per interessarmi all'acquisto di proprietà, ma nulla si è concretizzato».