L'AQUILA

Anfrosina Berardi verso la beatificazione

Dichiarata venerabile da Papa Francesco, a breve la promulgazione del decreto che riconosce le virtù eroiche della serva di Dio nata a San Marco di Preturo nel 1920 e morta all'età di 12 anni

CITTA' DEL VATICANO. Questa mattina papa Francesco ha ricevuto in udienza il cardinale Marcello Semeraro, prefetto della congregazione delle cause dei Santi. Durante l’udienza, il Santo Padre ha autorizzato la congregazione a promulgare il decreto riguardante le virtù eroiche di Anfrosina Berardi, fedele laica, nata il 6 dicembre 1920 a San Marco di Preturo, frazione dell'Aquila, e morta all'età di 12 anni, il 13 marzo 1933. Si tratta di un ulteriore passo verso la beatificazione. 

Anfrosina Berardi fu educata dalla madre alla preghiera, alla recita del rosario e alla pietà cristiana. A sette anni cominciò a frequentare la scuola elementare del paese e la catechesi nella parrocchia. Verso la fine del mese di aprile 1931, la serva di Dio cominciò ad avvertire i primi sintomi della sua lunga e dolorosa malattia: appendicite, con forti dolori addominali. Il 10 maggio venne ricoverata nell’ospedale dell’Aquila e fu operata quattro giorni dopo. L’intervento chirurgico non raggiunse l’effetto desiderato e i dolori, dopo un breve periodo, cominciarono ad aumentare.

I familiari tentarono altri mezzi per curare la salute della piccola Anfrosina. Il fratello maggiore decise di portarla a Roma. Fu purtroppo un tentativo vano e dopo qualche mese, Anfrosina tornò a casa. Le radiografie cui fu sottoposta notarono che si stava verificando una progressiva occlusione intestinale, di proporzioni tali da sconsigliare ogni altro intervento chirurgico.

Alla fine del 1931, il fratello la riportò a Roma, e, per non farle perdere l’anno scolastico, la iscrisse alla scuola romana ‘’Dante Alighieri’’. Anche questa volta, il male progressivamente si accentuò di più e la serva di Dio dovette tornare nel paese natale. Il 13 ottobre 1932, in occasione della visita canonica del Vescovo, ricevette la Prima Comunione e il Sacramento della Confermazione. Trascorse gli ultimi cinque mesi della vita sempre in casa e costantemente a letto, sopraffatta dalle sofferenze. Era solita ricevere a casa la comunione dal parroco del paese. Spesso era rapita da una profonda contemplazione del volto di Maria. Morì a San Marco di Preturo il 13 marzo 1933, all’età di 12 anni, circondata dai parenti, conoscenti, dal parroco e da una grande folla.

Anfrosina visse un completo abbandono nelle mani di Dio e una profonda vita di preghiera, in costante ed intima comunione con il Signore. Ogni sua azione era sempre stata rivolta all’adempimento della volontà divina. Dedicava i momenti liberi all’orazione. Attraverso l’esercizio eroico della fede, superò diverse difficoltà, soprattutto quelle relative alla malattia. La fede della Serva di Dio fu di grande esempio nella vita di molte persone che le stettero accanto. Inoltre, tale fede eroica si rivelò costantemente con un intenso spirito di preghiera, splendendo soprattutto nel momento della dolorosa malattia e della morte. Manifestò un’immensa devozione alla Vergine Santissima, fino ad avere degli intimi e misteriosi colloqui con Lei. La serva di Dio, nel breve cammino terreno, vivendo la virtù della speranza in modo eroico, ne fu sostenuta ed aiutata a superare tutte le sofferenze fino alla morte, che sopportò sempre con un perenne sorriso e con un atteggiamento di serenità.
Fin dalla sua primissima infanzia, coltivò una precoce dedizione a vivere unita con il Signore. In lei era forte la devozione verso Gesù sofferente e la Vergine Maria. I suoi atti di carità verso il prossimo erano semplici e naturali, esprimendosi soprattutto nell’ambito familiare. In tutta la sua vita seppe sempre trasmettere un’immensa gioia e serenità. Era servizievole non solo con i familiari, ma anche con le persone estranee e sapeva consolare gli altri nei momenti di maggior bisogno.